Shooting Silvio (opera prima)

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Shooting Silvio

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Shooting Silvio è la storia di un giovane scrittore, orfano, molto ricco, eccentrico e senza centri di gravità che decide di uccidere Silvio Berlusconi.
All’inizio Kurtz, è così che tutti lo chiamano, organizza una grande festa nella sua casa di via Po’, a Roma, durante la quale propone agli amici che ha invitato di pubblicare un libro collettivo sul Presidente del Consiglio che, nelle sue intenzioni, dovrebbe essere un’ironica denuncia del Premier: ognuno degli invitati dovrebbe scriverne una pagina, ogni pagina dovrebbe contenere un modo e un motivo per annientare il potere di Berlusconi.
Gli amici però non condividono il suo entusiasmo, lo scherniscono e lo abbandonano, considerando il suo progetto velleitario e comunque poco originale.
Kurtz nonostante sia indispettito dall’indifferenza e dalla scarsa fiducia dei suoi ospiti non demorde e decide di scrivere il libro da solo. Studia i tratti salienti del presidente, raccoglie immagini di repertorio che presentano momenti decisivi della sua ascesa al potere, materiale documentaristico e satirico, ed intervista un giornalista notoriamente ostile a Berlusconi (Marco Travaglio). A mano a mano che procede nelle ricerche si rende conto però che ciò che sta scrivendo è lontano dalla realtà, senza spessore, inizia a pensare che il potere mediatico del Presidente del Consiglio è talmente grande che non c’è modo di occuparsene senza che questi ne tragga beneficio. Ogni parola è inutile o addirittura controproducente.
Kurtz, abbandonato da tutti e frustrato nelle sue aspirazioni di scrittore, si convince che l’unico modo per provare a cambiar rotta e dimostrare a se stesso e agli altri di essere capace di fare qualcosa di importante è uccidere Berlusconi. Ossessionato dalla figura del premier, invidioso del suo potere, crede di riconoscere in Silvio Berlusconi la fonte di tutti i suoi insuccessi, del disagio che accomuna tutti i giovani della sua generazione e del progressivo decadimento della società.
Assassinare il Presidente del Consiglio diventa la sua ragione di vita, il senso del suo futuro.
Kurtz si isola definitivamente, allontana Sofia, la sua fidanzata, l’unica che aveva fino alla fine cercato di stargli accanto; con maniacale lucidità studia un piano, pedina il premier, trova una complice, si procura delle armi e predispone la sua vecchia BMW ad un’azione di forza.
Alla fine, riesce a rapire il premier ed ad allontanarsi con lui per portare a termine il suo disegno omicida.
Durante la fuga in macchina con Berlusconi, Kurtz sembra intuire che neanche l’assassinio è la soluzione al problema, capisce che uccidere è sbagliato sempre e comunque, ma ormai è tardi, si è spinto troppo oltre, non è più in grado di tornare indietro e mette fine alla sua avventura nell’unico modo che gli sembra possibile...