Santa Lucia (opera prima)

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Santa Lucia

Santa Lucia

titolo originale:

Santa Lucia

cast:

Renato Carpentieri, Andrea Renzi, Biancamaria D'Amato, Antonia Marrone, Edoardo Sorgente, Giuseppe Festinese, Manuel Carolla, Alfredo Ciruzzi, Giuseppe Festinese, Manuel Carolla, Suami Puglia

fotografia:

scenografia:

produzione:

Teatri Uniti, Riverstudio, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Campania

distribuzione:

paese:

Italia

anno:

2021

durata:

76'

formato:

colore

uscito il:

03/11/2022

premi e festival:

La storia di uno scrittore cieco che dopo quaranta anni di esilio in Argentina, torna a Napoli per la morte della madre e intraprende col fratello musicista un viaggio della memoria nei luoghi della sua giovinezza che non può più vedere, alla ricerca del vero motivo del suo addio.

NOTE DI REGIA:
Quando ho lasciato Napoli all’età di 20 anni per vivere a Parigi, la mia città mi mancava così tanto che quando camminavo per il lungosenna chiudevo gli occhi e sognavo di essere lì: il fiume era il mare, l’odore era quell’odore, incontravo sulla strada i fantasmi del mio passato, rivivevo nella mente scene della mia vita, e sentivo davvero di essere di nuovo a Napoli, e tutto era possibile nell’oscurità. Così iniziai a chiedermi: cosa succederebbe se un uomo tornasse dopo un lungo esilio nella sua città natia, nei luoghi della sua vita, e non potesse più vederli? Come potrebbe un cieco distinguere la realtà dal sogno e dai ricordi? L’idea del film è raccontare il viaggio nel passato di un uomo senza futuro, il punto di vista di un cieco che non può più vedere ma solo sentire con gli altri sensi, immaginare, ricordare. Una cecità più metaforica e poetica, che fisica. La città che Roberto attraversa insieme al fratello Lorenzo è una Napoli inedita e senza tempo, cupa, spettrale, abbandonata e minacciosa, come un enorme, silenzioso cimitero, popolata solo da fantasmi e visioni di un passato lontano, insieme meraviglioso e terribile. Roberto passa da un ricordo all’altro, da un luogo dell’anima all’altro, come in un labirinto, ricucendo il mosaico della sua vita alla ricerca del pezzo mancante. Questo viaggio nella memoria è raccontato mescolando passato e presente in un vertiginoso flusso di coscienza, una sola unità di azione, spazio e tempo, come se questi eventi avvenissero per la prima volta davanti agli occhi ormai spenti di Roberto, testimone della sua stessa vita, che vede senza vedere.