Il film racconta la storia di una regista (Maria Grazia Cucinotta), che, nonostante le difficoltà che le si pongono davanti, prova a girare un film horror. Peccato che realtà e fantasia finiscano per scontrarsi continuamente l'una con l'altra fino a raggiungere una sconcertante simbiosi.

NOTE DI REGIA:
Un modo originale di riproporre il film a episodi, un tempo in auge negli anni d’oro del cinema italiano: inserire delle storie più brevi in una più lunga che le racchiuda facendone da collante. Tutti gli ingredienti di BRIVIDI D’AUTORE sono legati alla problematica personalità della protagonista, una regista che tenta di fare un film, in un sottile gioco di specchi riflessi, dove realtà e fantasia vivono perennemente in sconcertante simbiosi. Le varie storie, apparentemente diverse tra loro per stile e contenuti, sostanzialmente hanno tutte il filo conduttore dell’alienazione e dell’incomunicabilità che sfocia in violenza prevalentemente sulle donne. Tematiche molto attuali oggi in cui regna l’aggressività, grazie anche all’uso sconsiderato dei social, senza tralasciare i danni psicologici causati ultimamente dal Coronavirus, che ha ulteriormente compromesso i rapporti tra le persone. BRIVIDI D’AUTORE è un meccanismo ad incastro dove, analogamente alle matrioske, ogni colpo di scena ne contiene un altro e dove l’inquietudine e la risata catartica mostrano senza ermetismi il messaggio di un recupero di quel cinema di genere, semplice ma non semplicistico, che sapeva avvincere il pubblico. Perché guardare in faccia “il mostro” dell’insicurezza e della frustrazione significa aver fatto un passo avanti per distruggerlo, oggi che abbiamo disperatamente bisogno di tornare ad essere “umani”.