Marco Camenisch è stato tra i primi promotori della difesa dell'ambiente ad abbracciare la protesta armata. Con il nome di battaglia Martino, ha combattuto contro lo Stato per difendere le sue montagne e affermare la propria libertà.
Lena è la figlia che ha abbandonato per combattere quando aveva quattro anni. Ricorda a malapena Marco eppure la sua vita è segnata dalla sua presenza.
Le loro vite si sono intrecciate nel 1989, quando dopo anni di latitanza, Marco torna nella sua città natale per visitare la tomba del padre e viene accusato dell'omicidio di una guardia di frontiera. E nel 2002, quando viene estradato in Svizzera per scontare la sua pena in carcere.
In un dialogo impossibile tra i due protagonisti, il film esplora le ripercussioni di una scelta di vita estrema e ostinata.

NOTE DI REGIA:
Ho scoperto Marco Camenisch, le terre in cui è cresciuto e la sua comunità durante le riprese del mio ultimo film a Poschiavo, un piccolo paese sulle montagne svizzere. Subito mi ha colpito come gli abitanti avessero ancora vivo negli occhi il suo tragico ritorno in paese nell’autunno del 1989. Attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto, Marco Camenisch è ancora un’ombra ingombrante nel presente di chi è rimasto. Da questo episodio, l’intento è quello di esplorare non solo la sua parabola come uomo, ma anche il complesso rapporto che ha con sua figlia. Lena, prima adolescente e poi giovane madre, è il personaggio che ci pone di fronte a un essere umano che non è stato solo un guerriero ma un padre assente e drammaticamente ingombrante. Un uomo che ha deciso di combattere violentemente per cambiare il mondo, che ha fallito e che ora è soltanto un’icona.