La Settima Notte (opera seconda)

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La Settima Notte

La Settima Notte

titolo originale:

La Settima Notte

titolo internazionale:

The Seventh Night

cast:

Davide Pinardi, Laura Serena, Mario Sala, Veronica Urban, Paola Campaner

sceneggiatura:

montaggio:

Valerio Salvatore

produttore:

paese:

Italia

anno:

2024

durata:

99'

formato:

colore & b/n

aspect ratio:

4:3

status:

Pronto (05/02/2024)

Un noto attore/regista in crisi si scopre improvvisamente condannato da un tumore incurabile. Non volendo tormentare i pochi cari che gli restano e temendo l'agonia, decide di suicidarsi. Ma un suo terapeuta lo spinge a discutere di quella scelta e della sua vita con un altro da sé: l'ombra della Morte. E la Morte gli concede, o forse gli impone, sette notti per riflettere sulla propria condizione esistenziale, sulle proprie scelte e su quel passo estremo. In quei sette giorni – tra vagabondaggi per Milano di notte, vani tentativi di rimediare agli errori del passato incontrando alcune lontane sue compagne di vita, inutili domande a “esperti” su cosa siano la morte e il senso della vita - l'uomo incontra una prostituta provata dalla vita ma ironica e vitale. E il loro rapporto diventa un dialogo di reciproco aiuto e di cambiamento: lui le insegna a recitare in teatro permettendole di cambiare strada, lei a non-recitare nella vita aiutandolo scendere dalla torre d'avorio nella quale si era rinchiuso.
Nel conflitto tra speranza e dramma, tra Amore e Morte, una riflessione dunque – sospesa tra la favola e il dramma, tra l'angoscia e l'ironia - sull'enigma del vivere.
Thanatos vincerà sempre su Eros ma non qui e ora. E questo basta.

NOTE DI REGIA:
La storia raccontata può non apparire originale nelle sue singole parti (non nell'uomo in crisi che incontra una donna che lo “salva”, non nell'incontro di un personaggio affermato con una prostituta marginale ma di personalità, non nel dialogo notturno di un condannato con la Morte). Ma poteva diventarlo riuscendo a trovare un equilibrio narrativo che raccontasse in parallelo angoscia e speranza, ansia e divertimento.
Il protagonista, attore che “ha avuto tutto dalla vita”, si ritrova condannato e solo, in una condizione nella quale denaro, cultura e medicina gli sono ormai inutili. E così pure gli sono inutili cultura, conoscenze, ruoli. Per questo può essere “salvato” solo dalla partecipazione umana, emozionale, di una donna che ha sempre provato solitudine, disagio, abbandono. Così pure lei può essere “salvata” dalla sua condizione di marginalità e umiliazione soltanto da qualcuno che finalmente ne sa apprezzare le qualità umane e gli sa indicare una strada differente.
Si tratta insomma di un incontro che trasforma non solo uno dei due ma entrambi: lui che impara a non recitare nella vita, a non forzarla e ad accettarla; lei che impara a recitare e comprende che tutto può cambiare. Dunque una sorta di favola che non annulla il Destino incombente (non potrebbe farlo) ma ne cambia la valenza, la percezione, la lettura. Ecco perché i motivi della scelta di scene alternate di angoscia e di leggerezza fortemente caratterizzate anche visivamente.
La messa in scena è apertamente teatrale, basata spesso sulla contrapposizione tra astrazione “metafisica” negli incontri con la Morte e la briosità divertita dei dialoghi serrati tra i due protagonisti.
Le riprese sono state serali, anche nelle panoramiche su Milano che mirano a segnare il passare delle notti, aprire lo sguardo dopo le scene in interni, sottolineare il ricordo dei tempi passati da parte del protagonista in omaggio alla propria città, descrivere paradossalmente alcuni dialoghi con una interlocutrice digitale.
In conclusione, la Morte può cambiare valenza solo se sappiamo vivere la vita. E l'arte (di cui l'attore è metafora) può essere trasmessa soltanto a chi vive la vita vera (la ex-prostituta) e non si blinda su torri d'avorio di astrazione e privilegio.