Broken dream

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Broken dream

Broken dream

titolo originale:

Broken dream

cast:

Zakia Seddiki Attanasio

montaggio:

produzione:

Nanof, Rai Documentari, Cinétévé, Red House, France Télévisions

paese:

Italia / Francia

anno:

2023

durata:

72'

formato:

colore

uscito il:

25/02/2024

Il 22 febbraio 2021, l’ambasciatore Luca Attanasio, 43 anni, viene assassinato da una banda di criminali armati di machete e Kalashnikov nel parco Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo. Assieme a lui, cadono anche il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustapha Milambo.
Tre giorni prima del suo assassinio, il giovane ambasciatore italiano abbraccia sua moglie l’ultima volta. Sono le 4 del mattino, Zakia si è svegliata con una brutta sensazione. Lui le dice: “E’ presto, amore, torna a dormire”. Si stringono, assonnati. Qualche ora dopo, Attanasio salirà su un volo dell’Onu alla volta del lago Kivu. E’ il cuore malato del Congo, una delle regioni più ricche e più devastate della terra, dove - per guerra o malnutrizione - si consuma una silente ecatombe: secondo dati dell’ONU sono morte negli ultimi 25 anni più di 5 milioni di persone .
Questo film è il ritratto intimo di un idealista innamorato dell’Africa e che in Africa viene ucciso. Attanasio era un diplomatico fuori dagli schemi. Un brillante bocconiano amico di suore e missionari, di fede cristiana ma sposato a una musulmana, entrambi credenti nello stesso tenero dio della compassione.
La voce narrante principale del film è quella della moglie Zakia Seddiqi, compagna di vita e di ideali. Seguiamo Zakia in Congo, due anni dopo la tragedia, dove ha vissuto quattro anni intensi con Luca e dove le loro tre piccole bambine hanno vissuto i loro primi anni di vita. Ha deciso di portare anche loro, Sofia (6 anni) e le gemelle Miral e Lilia (4 anni), per riannodare un filo interrotto troppo presto. Durante il suo viaggio, Zakia incontra persone che hanno condiviso parti importanti nella vita di Luca - amici, colleghi diplomatici, complici di progetti umanitari - aggiungendo frammenti al ritratto di un uomo con un’energia e un’umanità fuori dal comune. Ognuno di loro ha nel proprio smartphone un messaggio vocale, un videomessaggio, una foto inviata da Luca, archiviato e custodito con affetto. Messaggi, foto e video “privati" (particolarmente significativi quelli condivisi e commentati dagli amici più stretti di Limbiate, in Brianza), diventano una parte importante del film.
Nel giorno dell’anniversario della morte di Luca, Zakia parla a un pubblico di studenti di italiano a Kinshasa: “Luca era un grande sognatore. E per la Repubblica Democratica del Congo, dove è in corso una delle ‘guerre dimenticate’ tra le più atroci, sognava la pace. Sognava che la voce dei congolesi arrivasse fuori dal paese.”
La immagini e le testimonianze mostrano un paese dove la povertà e la violenza sono una presenza costante. Nel carcere militare di Ndolo, negli stessi giorni, si svolge il processo ai 6 ragazzi accusati dell’assassinio di Attanasio. Le loro “confessioni” proiettate su uno schermo di tela mosso dal vento, ricostruiscono le dolorose vicende di quel giorno. Zakia, dopo molte incertezze, ha deciso di esserci. Il processo va avanti, fino alla sentenza. La condanna a morte degli imputati, su richiesta di Zakia e delle altre parti civili, viene commutata in ergastolo.
La cosa più difficile - e la più significativa - è il perdono. Zakia ne parla in macchina, nella notte di Kinshasa, con un amico, il cantante Gaz Mawete: “Riuscire a perdonare i responsabili è una cosa che non è da tutti”, dice Gaz. “La colpa di quello che è successo non è del popolo congolese. Abbiamo vissuto qui quattro anni intensi. Non posso voltare le spalle a questo paese”, risponde Zakia.
Il viaggio di Zakia si conclude a Boma, una piccola città del Congo centrale, dove con Mama Sofia, l’associazione umanitaria creata con Luca, sta sostenendo un ospedale che accoglie ogni giorno madri in difficoltà. E’ questo il senso più profondo del viaggio di Zakia e del suo messaggio: l’unico modo di onorare la memoria di Luca è quello di continuare il lavoro iniziato insieme. Broken Dream è un film che, raccontandone la morte, celebra la vita di un uomo che ha dato tutto se stesso per aiutare gli altri, che ha interpretato il suo ruolo istituzionale con coraggio e generosità, che ha lasciato tracce profonde nelle persone che lo hanno conosciuto, che stava realizzando un sogno interrotto troppo presto.

Note di regia

Prima della tragedia, ho avuto l'opportunità di parlare di Luca Attanasio con un amico che aveva lavorato a stretto contatto con lui. Durante quella conversazione, il mio amico lo aveva descritto come un individuo straordinariamente capace e visionario, convintamente dedicato alla promozione della cooperazione e dello sviluppo in un contesto complesso come il Congo. Attanasio emergeva come una figura attenta alle esigenze dei più vulnerabili, in particolare dei bambini, e dotata di un senso di umanità fuori dal comune. Quando ho appreso la notizia del suo assassinio, mi è stato subito evidente che Attanasio, nella sua morte ingiusta, portava un profondo messaggio di coraggio e pace.
Abbiamo scelto di narrare la storia dell'ambasciatore attraverso gli occhi di sua moglie, Zakia, la quale ha accettato di accompagnarci per la prima volta nei luoghi che ha condiviso con il marito e le figlie, a Kinshasa e poi nel cuore del Congo Centrale. Nel documentario, il viaggio di Zakia è diventato così la sua indagine intima sulle motivazioni e i desideri del marito, e un modo per riconciliarsi con il mondo che lo ha ucciso, trasformando il dolore in comprensione e compassione.
Ci siamo immersi con lei in una realtà che non è solo composta dagli espatriati, la comunità diplomatica, ma soprattutto da un mondo abitato da individui che lottano quotidianamente per la sopravvivenza. Zakia osserva questo mondo con uno sguardo compassionevole. Ho cercato di dar voce alla sua forza morale, alla sua abilità nel relazionarsi con gli altri e alla sua empatia radicale. Nella realizzazione di un documentario è spesso richiesto di trovare equilibrio tra la ripresa della realtà e la giusta distanza dalle persone coinvolte. Non è mai facile, almeno non lo è per me, filmare qualcuno senza aver prima stabilito con lui o lei un certo grado di intimità; durante la produzione di "Broken Dream" ho trovato l'atto di filmare ancora più faticoso. Puntare la telecamera sugli imputati durante il processo per l’omicidio dell’ambasciatore, nel carcere militare di Kinshasa, mi ha costretto a confrontarmi con importanti questioni etiche, considerando che erano detenuti che rischiavano la pena di morte. Allo stesso modo, filmare la vedova di Luca, nel suo dolore, ha richiesto una sensibilità particolare nel trovare la giusta misura, rispetto e distanza.
La genesi di questo documentario affonda le sue radici nella consapevolezza che la tragica morte di Luca Attanasio rappresenta un simbolo significativo all'interno di un contesto più ampio, quello della storia recente della Repubblica Democratica del Congo. Attraverso il ritratto di Attanasio, ho voluto evidenziare come gli interessi internazionali nei confronti di coltan, cobalto e altri minerali preziosi di cui il Congo è ricchissimo, abbiano contribuito a generare in questo paese conflitti e violenze su larga scala. Con questo lavoro ho voluto mettere in risalto il tributo umano e le difficoltà affrontate da una nazione esposta alle complesse dinamiche di interessi economici e geopolitici. Credo che quella di Luca Attanasio sia una storia universale. Il suo desiderio di un mondo più giusto, che gli è costato la vita, chiedeva di essere raccontato e spero che questo film possa contribuire a rendere giustizia a coloro che vivono e lottano con coraggio, non solo nella Repubblica Democratica del Congo, ma in molte regioni sfortunate del nostro pianeta.