Ho sposato mia madre

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Ho sposato mia madre

titolo originale:

Ho sposato mia madre

sceneggiatura:

fotografia:

scenografia:

Andrea Varletti

costumi:

Giulia Di Renzo

paese:

Italia

anno:

2024

formato:

colore

uscito il:

28/03/2024

Saverio, scopre che la sua amata madre: Rosa, è affetta dalla sindrome di Alzheimer. Turbato da questo, decide di portarla a casa sua, ma per problemi familiari che insorgono, ben presto si vede costretto a portarla in una Residenza sanitaria assistita. Un giorno, scopre casualmente a casa della madre, delle lettere d’amore che suo padre le scriveva. Saverio le legge alla madre, e si accorge inaspettatamente che delle emozioni sopite risorgono prepotentemente in lei. Decide quindi insieme all’animatrice di rappresentarle in uno spettacolo. Queste lettere d’’amore attraverso il meccanismo della reminiscenza, “sconfiggeranno” almeno per un attimo la sindrome dell’Alzheimer ed il figlio Saverio, tramite queste, a sua volta ne avrà dei benefici, riscoprendo il significato della parola amore.

NOTE DI REGIA:
Questo è il film che non avrei mai voluto fare, oppure mi spiego meglio, è il film che mai mi sarei immaginato di realizzare da quando ho iniziato ad interessarmi di cinema, perché racconto in chiave autobiografica di un evento doloroso che mi ha sconvolto la vita, e cioè della malattia di mia madre, la donna che amo di più al mondo e con la quale ho condiviso tutto.
La mia speranza è che questo film possa arrivare al cuore delle persone, sensibilizzarle e cercar di far capir loro una realtà difficile e dolorosa per chi la vive, ogni giorno.
L'Alzheimer è una malattia che si, colpisce in primo luogo chi ne soffre, ma anche gli chi gli sta intorno. E' una malattia terribile che ti porta via gli affetti, i ricordi, la vita passata presente e futura, per quanta ne possa rimanere; ti svuota gli occhi, oltre che la mente. E in tutto questo molto spesso i familiari abbandonano il malato, che vedendolo sempre più assente si convincono che sia oramai finita.
Nel film ho voluto mettere in evidenza che non è proprio cosi', si è vero che l'Alzheimer ti può portare via la luce dagli occhi... ma non dal cuore, fino a che esso batte. Perché in fondo al cuore di ognuno di noi, quella “luce” rimane sempre, anche se debole e quasi impercettibile.
E questa luce si può sentirla solo con l'Amore, ed è solo con l'Amore che si può affrontare un po' meglio lo strazio ed il dolore di questa malattia.
Donare tutto l'Amore possibile, fino alla fine...perché questa è l'unica cura, e può alleviare il dolore sia di chi sta intorno al malato, che il malato stesso... che lo percepisce nel profondo della sua anima, che è più attenta e vigile di quanto si pensi...perché l'amore profondo, l'affetto, è la base di tutto, è alla base di tutto.