Una storia singolare, che vede protagonista Fiore, figlio di una famiglia benestante, in un piccolo borgo del sud Italia.
Ambientata nel secolo scorso, ma con un tema sempre attuale.
La mamma di Fiore, aveva due sorelle che a loro volta avevano messo al mondo due figlie. Si attendeva quindi una femminuccia.
Avevano già scelto il nome: Dalia. Nacque invece un bel maschietto. Lo chiamarono Fiore, anche per via della loro passione per i fiori.
A differenza degli altri ragazzi della sua età, Fiore non passava il pomeriggio per strada a giocare a pallone o in bici.
Le uniche sue uscite, erano quelle per acquistare il pane, la frutta o il giornale per il papà.
Un giorno, in piazza, vide una lunga fila di ragazzine davanti ad un banchetto.
Erano lì per iscriversi al saggio di danza, organizzato dal Sindaco, in occasione della festa patronale.
Tra le tante, Fiore, fu folgorato dalla bellezza di Sophie. Quel giorno nacque il suo primo amore, insieme ad una serie di eventi che segnarono la sua vita.

NOTE DI REGIA:
Flower deriva da una forte volontà di raccontare storiche realtà visive, passionali e religiose, di uno tra i paesini più piccoli, ma meglio conservati nel tempo, del Sud Italia.
La storia si svolge principalmente nel Salento, a Sternatia e mette in scena una serie di luoghi e personaggi, realmente esistiti.
La raccolta delle storie è frutto di innumerevoli incontri con anziani del paese, che conservano vivi i ricordi delle proprie infanzie, con memorie e fotografie.
La scelta dei luoghi è stata accurata, non semplice, spesso è stato necessario ricostruirli scenograficamente, frutto anch'essa di un'accurata ricerca durata diversi mesi.
Ad arricchire i racconti storici, ho affiancato la vita di Fiore, un ragazzino il cui destino, fino a diventare adulto, sarà la solitudine.
Una vita di ricordi, arricchita giornalmente da quel saluto speciale alle amiche, a cui giornalmente dona un fiore.
Estremamente faticoso organizzare centinaia di set senza alcun budget, a peggiorare il tutto, il torrido caldo estivo, sapendo inoltre che non tutti erano disponibili per l'intero periodo di lavorazione. Chi doveva andar via a mezzogiorno, chi era disponibile solo al pomeriggio o chi solo la mattina. Ma era chiaramente uno dei compromessi da affrontare, che portava ad una grande sfida nell'organizzare i "Piani di Lavorazione" giornalieri.
Ma il progetto è andato avanti, spinto dall'enorme passione di un gruppo unito e consapevole che l'impegno di uno, è la riuscita di tanti.
Così è stato. Mosso anche dalla spinta delle fantastiche musiche, Flower si è pian piano composto, senza compromessi importanti e senza sacrificare nessun racconto.
Un'opera prima "comunitaria", come mi piace definirla, ma che riporta in sala, quei sapori del cinema puro, disinteressato, e rivolto a chi ha ancora voglia del profumo di velluto, di grande schermo, del Cinema che racconta l'Italia e le sue radici, utilizzando linguaggi semplici, colori del passato, linguaggi di strada.