Blek Giek

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Eroina, cocaina, acidi, crack, ecstasy… roba da educande da quando in città è arrivato il blék-giék. Non è il solito paradiso artificiale, blék-giék è il paradiso reale! Il suo effetto? Te lo spari nel naso e il cuore si ferma. Catalessi, morte apparente. Poi, dopo qualche ora vissuta come una salma, ti risvegli di ottimo umore con una sola idea fissa in testa: rifarti di blék-giék.
Con queste premesse non c’è da stupirsi che un tossico perso come quel disgraziato di Ragno (Cristiano Callegaro) sia disposto a tutto pur di procurarsene una dose, tanto più che i suoi amici Gigino (Pasquale Petrolo) e Albino (Massimo De Santis) hanno già avuto la fortuna di farselo e gliene raccontano mirabilie facendolo morire di invidia.
Ma quello che riesce a combinare Ragno a causa della sua imbranataggine, e gli equivoci che gli effetti del blék-giék possono scatenare, sono un cocktail esplosivo.
Morti che resuscitano al proprio funerale, vivi che vengono scambiati per morti utilizzabili come donatori, il latitante napoletano bisognoso di un cuore nuovo, Scellone (Biagio Izzo), e il medico della mala più pericoloso dei suoi clienti, il killer operato alle corde vocali che comunica scrivendo bigliettini, il barone universitario sciolto nell’acido per gelosia e la sua amante brasiliana che scappa con il “grisbie”, droga scambiata per latte in polvere che finisce nel biberon della pupa, fucili a canne mozze che mozzano le mani di chi li usa, pesci che resuscitano in forni tiepidi e un peschereccio che alla fine è meglio della comunità terapeutica. Tradimenti, equivoci e revolverate.
Il tutto ambientato in faccia al mare d’inverno. Ma non è Napoli, siamo a Fiumicino.