titolo originale:
Ti presento Sofia
titolo internazionale:
Let me introduce you to Sofia
regia di:
cast:
sceneggiatura:
Guido Chiesa, Giovanni Bognetti, Nicoletta Micheli, dal film "Se permetti non parlarmi di bambini! - Sin hijos" di Ariel Winograd
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Colorado Film, Medusa Film, in associazione con Banca Patrimoni Sella
distribuzione:
Medusa Film [Italia], Palace Films [Australia], TLN Media Group [Canada], HRT - Hrvatska radiotelevizija [Croazia], Palace Films [Nuova Zelanda], Selectavision [Spagna], Morandini Film Distribution [Svizzera], Gee Media (Airlines) [Tutto il mondo], Inflight Dublin (Airlines) [Tutto il mondo], Spafax (Airlines) [Tutto il mondo], Images in Motion (Airlines) [Tutto il mondo]
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2018
durata:
98'
formato:
colore
uscito il:
31/10/2018
premi e festival:
Gabriele (Fabio De Luigi), ex rocker, ora negoziante di strumenti musicali, divorziato, è un papà premuroso e concentrato esclusivamente su Sofia (Caterina Sbaraglia), la figlia di 10 anni. Quando gli amici gli presentano nuove donne, lui non fa che parlare della figlia, azzerando ogni chance.
Un giorno nella vita di Gabriele ripiomba Mara (Micaela Ramazzotti), un'amica che non vede da parecchi anni, che nel frattempo è diventata una dinamica e indipendente fotografa.
Al loro primo appuntamento, proprio sul più bello, Mara rivela a Gabriele che non solo non vuole avere figli, ma detesta i bambini.
Travolto dalla passione, Gabriele nega l’esistenza di Sofia.
Da quel momento, le giornate di Gabriele sono un susseguirsi di assurde manovre per nascondere la presenza della figlia a Mara e viceversa, al punto da trasformare ogni volta il proprio appartamento in funzione di quale delle due andrà a trovarlo.
Ovviamente, le bugie hanno le gambe corte e la messinscena di Gabriele avrà vita breve.
NOTE DI REGIA:
Ti presento Sofia è una commedia sentimentale con uno spirito rock e l'ambizione di andare al di là dei cliché.
Racconta tre personaggi “bloccati” nelle loro certezze: il divorziato Gabriele, convinto che la propria vita si realizzi nel rapporto esclusivo con la figlia; la dinamica e childfree Mara, persuasa che i bambini siano un disturbo alla vita di un adulto e che lei non possa relazionarsi positivamente con loro; Sofia, 10 anni, certa che Mara sia una rovina per il rapporto tra lei e il papà.
In realtà, ognuno a modo suo, hanno tutti e tre paura di mettersi in gioco.
La prima a sbloccarsi, con la libertà e genuinità di cui solo i bambini sono capaci, è proprio Sofia, la cui graduale accettazione di Mara porterà anche gli adulti ad aprirsi, a sperimentare quanto gli altri possono donarti. Magari proprio quello ti manca.
Il film è stato scritto a sei mani, da tre genitori che amano i bambini, ma che hanno cercato di comprendere le motivazioni che sono alla base della scelta di Mara (e di tante donne e uomini), senza giudicarla o pretendere di analizzarla, tanto meno portandola a un forzato cambiamento di rotta, ma neanche sposandone acriticamente la prospettiva.
Allo stesso tempo, il fatto di essere genitori ci ha consentito di avvicinare la realtà di una bambina alle prese con un padre che ne nasconde l'esistenza o con una donna che non sopporta i bambini. Questo ci ha posto di fronte a nuove potenzialità, dove la commedia sconfina nel drammatico. E abbiamo accettato la sfida.
La musica gioca un ruolo fondamentale nel film, sia in quanto collante generazionale, sia in quanto cifra stilistica di tutto il film.
A Francesco Cerasi ho chiesto di ascoltare il rock new wave di Talking Heads, Feelies o Blondie, ma anche di artisti più recenti come LCD Soundsystem, Tv On The Radio o Parquet Courts. Musica positiva, raffinata senza essere seriosa, capace di non prendersi mai troppo sul serio. Una prospettiva auto-ironica che nei brani di repertorio ci ha portato a spaziare dagli Afterhours a KC & The Sunshine Band.
Proprio perché, come nella vita, in un film si può ridere e piangere, riflettere e svagarsi.