Dopo la guerra (opera prima)

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Dopo la guerra (Après la Guerre)

Dopo la guerra (Après la Guerre)

Dopo la guerra (Après la Guerre)

titolo originale:

Après la Guerre

titolo internazionale:

After the War

sceneggiatura:

Annarita Zambrano, Delphine Agut

fotografia:

Laurent Brunet

montaggio:

scenografia:

Maria Teresa Padula, Paul Chapelle

costumi:

Ursula Patzak, Séverine Cales

produzione:

Sensito Films, Cinéma Defacto, Movimento Film, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di CNC, MEDIA, CICLIC, Fondation GAN, Région Acquitaine, Regione Emilia-Romagna, con il contributo di Unipol Banca, Emilia-Romagna Film Commission

paese:

Francia/Italia

anno:

2017

durata:

93'

formato:

colore

uscito il:

03/05/2018

premi e festival:

In seguito all’omicidio di un professore universitario in un agguato terrorista, Marco (Giuseppe Battiston) – ex-militante di estrema sinistra condannato all’ergastolo e rifugiato in Francia grazie alla dottrina Mitterrand – è accusato dallo Stato italiano di essere uno dei 'cervelli' dell'attentato e ne è chiesta l’estradizione. Ha inizio, così, la lunga fuga di Marco, assieme a sua figlia Viola (Charlotte Cetaire), che si trasforma ben presto in una guerra mediatica fatta di lettere e interviste. L’arroganza di Marco, che lo porta a difendersi ad ogni costo, trascinerà nel fango tutta la sua famiglia rimasta in Italia – sua sorella Anna (Barbora Boboulova), professoressa di italiano in un liceo “bene” bolognese, il cognato Riccardo (Fabrizio Ferracane), giudice penale in ascesa, Bianca (Carolina Lanzoni), la loro figlia di 10 anni e la madre Teresa (Elisabetta Piccolomini). Tutti, innocenti, si ritroveranno a pagare per le colpe passate di Marco senza capirne il perché.
Ciò che ne esce è l’affresco umano e politico di una famiglia inciampata nella storia, costretta ad affrontare la responsabilità dei vincoli di sangue e la violenza di un paese che non può - e non vuole – dimenticare o perdonare.
Dopo la guerra è una riflessione sulla colpa, sulla violenza che ritorna, sull’incapacità di guardare se stessi quando il dolore privato si fonde a quello pubblico.
Con uno sguardo colmo di compassione verso i suoi personaggi, dilaniati e accecati dai loro ideali, l’autrice ci racconta di un passato, mai perdonato né dimenticato, che ritorna preponderante nel presente, condizionando per sempre le vite di una famiglia diventata vittima di se stessa.