vedi anche
titolo originale:
Nel mondo grande e terribile
titolo internazionale:
In The Great And Terrible World
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Terra De Punt, Istituto Gramsci Sardegna, Sardegna Teatro, Casa Museo di Antonio Gramsci, Casa Natale di Antonio Gramsci, Cineteca Sarda, con il sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission
paese:
Italia
anno:
2017
durata:
78'
formato:
DCP - colore
uscito il:
23/03/2017
premi e festival:
Questo film intende raccontare la figura e gli aspetti principali della vita e del pensiero di Antonio Gramsci attraverso una rappresentazione filmata che restituisca la complessità delle sue riflessioni, la sua umanità e le difficoltà della sua esistenza.
NOTE DI REGIA:
Il progetto nasce dalla convergenza di intenti di diversi organismi, istituzioni, imprese e artisti, a partire dall’ISTITUTO GRAMSCI della Sardegna presieduto da Nereide Rudas e diretto da Eugenio Orrù.
Il pensiero di Gramsci oggi è più vivo che mai in Italia e nel mondo prova ne è il suo studio in tutte le università internazionali e l’adesione universale di storici, studiosi, appassionati e persone comune all’International Gramsci Society.
Diversi prodotti audiovisivi sono stati realizzati intorno alla figura e al pensiero di Gramsci, alcuni ne sceneggiavano la vita, altri di tipo documentaristico raccoglievano testimonianze di chi lo ha conosciuto, altri ancora con interviste di tipo storico scientifico davano conto del suo pensiero.
In una fase di indagine preliminare abbiamo visto e rivisto quasi tutti i prodotti audiovisivi realizzati ascrivibili per lo più a due distinti e precisi gruppi, uno di carattere, potremmo dire, agiografico, da sceneggiato televisivo classico con una componente narrativa quasi romanzata; l’altro, quello più storico e scientifico, con prodotti di grande interesse ma in molti casi privi di intensità cinematografica.
Il tentativo che ci proponiamo è quello di un delicato equilibrio tra il racconto della vita e il racconto delle idee che si sviluppi in un prodotto in cui si avverta anche una qualità della narrazione cinematografica.
Il film dunque tende a dar conto della vita e del pensiero di Antonio Gramsci. Ovviamente non di tutta la vita né di tutto il pensiero.
L’idea guida è di partire da un momento preciso della sua vita, quello che per certi versi è il più significativo: il carcere. Non un carcere specifico, ma un carcere universale un luogo di detenzione che è tutti i luoghi della sua detenzione. Nel carcere Gramsci produce le sue riflessioni principali. Attraverso questo carcere “ideale” si darà conto di quella che lui stesso chiama una doppia prigionia, quella fisica e quella mentale.
Il carcere è il luogo concreto in cui incontra alcune persone (la cognata Tania, il secondino sardo, i suoi compagni) ma è anche il luogo in cui si materializzeranno i suoi fantasmi (familiari come la madre Peppina, la sorella Teresina e la moglie Julca e politici, come Bucharin, esponente dell’ortodossia durante il primo periodo dello stalinismo). Il carcere si apre anche ai ricordi del passato, con alcuni episodi della sua infanzia o con alcuni momenti vissuti a Torino nella redazione di Ordine Nuovo. Per raccontare invece il suo pensiero, abbiamo individuato un percorso visivo nella natura e nel paesaggio, un percorso che rappresenti a partire da una veduta ampia, e un suo progressivo restringimento, il paesaggio che da Ghilarza va verso Abbasanta, un paesaggio gramsciano, che il Gramsci bambino (Nino) percorreva a piedi per consegnare a una cliente le camicie cucite e stirate dalla made e dalle sorelle. Il restringimento visivo si chiude, verso la fine del film, nella porcilaia dove quella stessa cliente teneva rinchiuso il proprio figlio ritardato mentale. Questo episodio, che Gramsci racconta in una delle sue lettere, fu per Nino un’esperienza che si porterà dietro tutta la vita e che tornerà a tormentarlo più volte, quasi un presagio dell’esperienza carceraria.