Mezza sala

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Mezza sala

titolo originale:

Mezza sala

titolo internazionale:

Light Dim

cast:

Barbato De Stefano, Bibiana Carusi, Luciano Andreutti

sceneggiatura:

montaggio:

costumi:

Concetta Assennato

musica:

Giuseppe Devastato

paese:

Italia

anno:

2016

durata:

12'

formato:

colore

status:

Pronto (10/09/2016)

premi e festival:

  • Festival Corto Corrente 2016: Finalista Sezione Cortometraggio
  • Los Angeles CineFest 2016: Finalista
  • Premio David di Donatello 2017: in Concorso
  • Cuneo Film Festival 2016: Finalista
  • 12 Months Film Festival 2016-2017: Finalista - Audience Award
  • Puerto Madero International Film Festival 2016: Finalista
  • Capodarco l'Altro festival 2017: Finalista
  • Festival de Cine Tolima Ve y se Ve 2017: Finalista
  • Ekurhuleni International Film Festival 2017: Finalista

Una discarica dell’arte tra i bambini che sono il nostro futuro. Mezza Sala, termine tecnico teatrale [il tipico ordine che il direttore di scena impartisce all'elettricista del teatro poco prima della “Sala Buia” che precede l'apertura del sipario], intende focalizzare l’attenzione sui tagli alla cultura, forieri di conseguenze drammatiche sulle compagnie teatrali, compagnie di giro, sui teatri e i cinema abbandonati, i quali si ritrovano di colpo privi dei necessari fondi per proseguire la propria missione culturale. Un paese meraviglioso raccontato in chiave allegorica, recitato e cantato in 5 lingue, vuole essere un cantico di rinascita e non un requiem per il mondo della cultura. Il simbolismo degli spartiti ingialliti, le scarpe dei danzatori consumate, gli abiti teatrali e cinematografici utilizzati da interpreti memorabili della cultura internazionale, strumenti arrugginiti e numerosi dettagli artistici, opere dipinte in una chiesa sconsacrata prima utilizzata come sala teatrale ed in seguito abbandonata, fanno da cornice a Mezza Sala. L'arte teatrale è posta in una discarica, gli affreschi cinquecenteschi sono coperti dall’intonaco della post-modernità, lo scempio della cultura mostrato in tutta la sua crudezza, persino la morte aleggia come invisibile ma minacciosa permanenza. Finché, però, cuore, talento e arte rimarranno vivi, resterà accesa anche la speranza che "Un paese meraviglioso" possa cessare di essere un’allegoria e il nostro ritorni realmente ad essere Un paese meraviglioso.

NOTE DI REGIA:
Il cortometraggio si sviluppa in un unico respiro dove si alternano suoni e immagini attraverso le quali ho voluto ricostruire l’orrore di quello che noi giovani artisti viviamo e il dramma che i nostri figli sono destinati a vivere. L'arte è di tutti e deve essere accessibile a tutti.
Ho voluto avvalermi del linguaggio cinematografico per porre in risalto questa grave colpa della nostra comunità nazionale poiché ritengo che l’unico modo veramente efficace di opporsi ad una leggerezza che inaridisce il pensiero ed il senso civico dell'uomo sia appunto mostrare, far vedere attraverso la dinamicità dei suoni e delle immagini in movimento l'esperienza sinestetica della mediocrità umana.