Al di là del risultato (opera prima)

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Al di là del risultato

Al di là del risultato

titolo originale:

Al di là del risultato

titolo internazionale:

Beyond the result

cast:

Emanuele Gaetano Forte, Giorgio Stammati, Giacomo Forte, Matteo Palmaccio, Luigi Stammati

montaggio:

musica:

Giorgio Stammati, Giacomo Forte

paese:

Italia

anno:

2016

durata:

75'

formato:

colore

aspect ratio:

2.35:1

premi e festival:

Formia è una città piccola, una stretta lingua di terra schiacciata tra mare e montagne.
Formia si può percorrere solo in due direzioni: avanti e indietro. Così le vite dei quattro ragazzi protagonisti: lo spazio in cui possono muoversi è angusto, le prospettive limitate. Vittime di un paese vecchio che concede loro poco e della peggiore crisi economica degli ultimi ottant’anni, i quattro sono complici di questa situazione. Carnefici e vittime, contemporaneamente. Incapaci di desiderare e pretendere, sono sempre cortesi, chiedono permesso.
Forse i divani dei genitori sono troppo comodi, e stanno lì sdraiati, sforzandosi quel poco che basta per dire: ci ho provato. Forse. Perché poi il malessere torna fuori prepotente insieme alla necessità di trovare una strada, uno scopo, qualcosa per cui lottare. Un’idea come un’altra. Non importa.

NOTE DI REGIA:
“Al di là del risultato” è la mia opera prima.
Dopo aver partecipato ad alcuni film come assistente alla regia a Roma, intorno ai miei 22 anni, mi sono detto che anche io avrei potuto girare un lungo, autoprodurmelo, senza dover necessariamente aspettare che qualche produttore s’interessasse al mio lavoro. Del resto ho sempre apprezzato quei registi che, avendo necessità di raccontare qualcosa, hanno realizzato i loro film anche con pochi mezzi.
Per realizzare questo film, ho sentito il bisogno di tornare al luogo da cui ero venuto e che dopo le mie esperienze di vita ritrovavo sempre così disperatamente uguale a sé stesso quasi per definizione: la provincia. L’idea del film è stata allora proprio quella di affrescare questa immobilità che definisce grottescamente molti giovani provinciali.
Scelto il luogo (Formia, una città di 40.000 abitanti nel sud pontino) sono passato ai personaggi che non ho esitato ad individuare nel mio gruppo di amici, me stesso compreso. La scelta deriva dalla volontà di raccontare il più fedelmente possibile quello che avevo intorno, tanto che spesso il “raccontare” si confonde con il “documentare”.
Ne è uscito un film senza un vero filo narrativo, un film che gira su sé stesso: come i suoi personaggi. Un film destrutturato, crudo, ancora una volta “emarginato” dalla potenza delle grandi narrazioni, come la provincia. Allo stesso tempo la povertà dei mezzi ne ha fatto anche a pieno titolo un film della crisi, culturale, economica, esistenziale, che connota questa volta non solo la provincia ma l’Italia tutta. La decisione, in alcune sequenze del film che scavalcano per così dire la parete della messa in scena cinematografica, di mostrare questa povertà di risorse l’ho vista come l’atto ultimo di “sincerità”, questa volta autoriale, che è il cardine del film.