titolo originale:
Il primo match
regia di:
produzione:
Baloo, con il contributo del Ministero della Cultura
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2017
formato:
colore
status:
Pronto (11/01/2017)
La kickboxing e il pugilato sono gli sport più duri di sempre.
Pretendono, prima di essere affrontati, un allenamento molto affaticante e completo, che per chi desidera arrivare all’agonismo deve essere fatto ogni giorno. Spaventano e allontanano per la durezza dei colpi che si ricevono anche nell’allenamento normale. Il pugilato maschile, in particolare, è stato da sempre e per tutto il Novecento “privilegio” ed opportunità per le classi meno agiate. Non solo per la apparente semplicità dello sport, ma anche e soprattutto perché garantiva la certezza di essere pagati anche perdendo l’incontro.
All’inizio degli anni ‘90 il pugilato è andato in crisi. Sui ring giravano meno soldi e al contrario ne giravano di più nella società circostante. Diminuiva la spinta ad andare a combattere e molti pensarono che fosse la fine della boxe e del kick boxing. Sorprendentemente non fu così. Da qualche anno le palestre vedono un continuo aumento di iscritti e ciò avviene nonostante i media snobbino e trascurino questi sport.
Le televisioni generaliste escludono dai palinsesti sport considerati violenti, ma non esitano a trasmettere film dove il sangue e la violenza dominano e sono anzi voluti e ricercati.
Nelle palestre più importanti è comparso un nuovo tipo di atleta: non più il sottoproletario, che a occhi esterni sembrava quasi costretto a fare una scelta del genere, ma personaggi ben diversi che non intendono il proprio futuro legato allo sport ma lo praticano con la stessa passione del passato. Le palestre si sono riempite di studenti universitari, lavoratori di ogni tipo, artisti e molte ragazze. Siamo in una società portatrice di valori come lo star bene o la bellezza, sempre più spaventata e disabituata alla violenza. Ma perché allora un ragazzo non caratterialmente violento, che non affida per disperazione il suo futuro a quello sport, che sa sin dall’inizio di non disporre dei mezzi fisici per vivere di pugilato compie quella scelta? Perché decide di sottoporsi ad un allenamento massacrante, sia psicologicamente che fisicamente?
Perché rimuove e non valuta quello che pure gli viene detto inizialmente e cioè che portare il corpo a un tale livello di fatica creerà dei problemi in futuro? Perché rischiare in un match traumi e, in casi fortunatamente rarissimi, addirittura la vita? “Il primo match” sarà un reportage che cerca di rispondere a queste domande, accompagnando nel loro percorso due atleti(una donna e un uomo) che vanno verso il loro vero primo incontro sul ring.