Tutti al mare (opera prima)

Ogni mattina, spingendo la carrozzella di sua madre, Maurizio percorre la passerella di legno che attraversa la macchia e lo porta all’entrata del suo chiosco sulla spiaggia. Dopo essersi assicurato che i suoi inservienti, Khaled e Omar, abbiano fatto un buon lavoro, va a issare la bandiera italiana, che svetta in cima alla costruzione.
È tutto pronto, si aspettano i primi clienti…
Ed eccola arrivare, l’Italia. Passa tutta per quel chioschetto, gente che entra e che esce e che viene a godersi il meritato riposo domenicale. C’è chi ci capita per caso, c’è chi ci viene ogni anno, c’è chi giura che è l’ultima volta.
Il deus ex machina del chiosco è Maurizio, il proprietario, il quale, con tutto il suo daffare, deve anche accudire la madre, una vecchia arcigna e capricciosa, bloccata sulla sedia a rotelle, che lo comanda a bacchetta.
Fonte principale del suo guadagno è il pesce fresco: ogni mattina tira giù dal furgone intere cassette di merluzzi, sogliole e frutti di mare surgelati, che carica sulla barchetta di un suo amico pescatore, il quale prende subito il largo per tornare più tardi con quello stesso che sembra appena pescato. I camerieri, lo sguattero e la cuoca sono i suoi sacerdoti. Suo acerrimo nemico è un topo che il gatto non riesce ad acchiappare…
Al chioschetto si beve, si mangia, ci si cambia, si fanno due chiacchiere con gli sconosciuti, si ammirano le belle ragazze, si sogna, ci si arrabbia, si fanno i conti con la vita.
Oppure niente, si sta lì, in panciolle, a godersela. Si viene per passare una bella giornata.
S’affitta uno spogliatoio, si affittano ombrelloni e sdraio, nel prezzo sono compresi anche colazione e pranzo. È un via vai di gente che si scotta al sole, uomini, donne e strane creature…
Mano a mano che il chiosco si riempie e si svuota, facciamo conoscenza con ognuno di loro, alcuni buffi, altri drammatici, altri ancora comici… e qualche figura tragica. In un modo o nell’altro tutti tirano a campare. Le beghe non mancano e piano piano vengono allo scoperto: piccoli intrighi, speranze, furberie, ingenuità, passione, indifferenza. Non ce n’è uno che non covi un qualche segreto. E il chiosco di Maurizio si trasforma in un palcoscenico di varia umanità.
Tanti personaggi, ognuno protagonista di una storia diversa, sotto un sole cocente, in un’oasi di relax dove passano piccoli e grandi mostri dell’Italia moderna, in mutande, una mano dietro e l’altra davanti. Tutti al mare!
Ma ecco che arriva la sera, il chiosco si svuota e si trasforma, come un serpente che cambia pelle. I bagnanti si rivestono e vanno via, con la sabbia sui piedi e le ciabatte in mano, lasciando lì i loro sogni, i loro intrighi, le paure, i desideri. Si accendono candele, bianche tovaglie vengono stese sui tavoli, arrivano eleganti camerieri e il chioschetto “Da Maurizio” si tramuta in un ristorante di classe, alla francese.
Chez Maurice, ora scintillante nel suo smoking bianco, arrivano clienti di tutt’altra pasta: signori eleganti e dame ingioiellate in limousine. Un pianista rallegra l’atmosfera parigina che, tra champagne, sole meunière e profiterol, tutto dimentica, tutto spazza via…