Dalle parti di Astrid (opera prima)

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Dalle parti di Astrid

titolo originale:

Dalle parti di Astrid

titolo internazionale:

Around Astrid

sceneggiatura:

fotografia:

Federico Mattioni, Maria Chiara Sanna

scenografia:

Ilenia Onnis

costumi:

Ilenia Onnis, Chiara Cerza

musica:

Stratosphere & Dirk Serries

paese:

Italia

anno:

2016

durata:

72'

formato:

HD - colore

premi e festival:

  • 12 MonthsFilmFest 2017: 2nd Best Feature Film
  • TMFF Glasgow 2016: Nomination Best Feature Film
  • LosAngelesFilmFest 2016: Official Selection
  • AdArte Calcata 2016: Selezione Ufficiale
  • Festival di Taurasi 2018: in Concorso
  • Mostra del Cinema di Taranto 2018: in Concorso - Miglior Attrice Protagonista

Una diciottenne decide di abbandonare la casa dei suoi genitori e attraversa una Roma perlopiù irriconoscibile. Si prefigge di raggiungere un luogo, giardino incantato che è un ritornare intimo all’infanzia, ma anche una dimensione altra che sembra prendere vita soltanto nella sua immaginazione. Un’immaginazione da predestinata a qualcosa di straordinario.
Ma il mistero che si cela dalle parti di Astrid è nelle mani di una donna giapponese che entra in contatto con Astrid sotto l’egida di un misterioso uomo. Provengono entrambi da molto lontano.

NOTE DI REGIA:
1. Astrid è tutti noi: la speranza espressa da una giovane ragazza, una donna in fieri che fugge da una prigione borghese cercando d’inseguire un sogno, ma che come tutti i sogni comporta dei rischi che costringono ad affrontare di petto delle paure inconsce, per mezzo delle quali si può comprendere meglio se stessi, ripercorrendo il passato con la mente proiettata al futuro.
2. I temi che attraversano il film sono la ricerca del luogo ideale, lo smarrimento umano dal di dentro di tentacolari realtà metropolitane, la frattura generazionale, nonché il mistero stesso dell’esistenza. L’obiettivo che mi sono posto è stato quello di portare le immagini ad un alto grado di significanza simbolica.
3. Ho immaginato che sulla Terra possano esistere delle persone predestinate a qualcosa di unico (in verità il dominio della pace dei sensi), ma per far sì che queste persone possano compiere il loro percorso giungendo dove una mutazione è realmente possibile, c’è bisogno dell’aiuto di una guida utile al viaggio. La guida potrebbe venire da molto lontano, da qualche altro pianeta o da una dimensione parallela. La vita è un grande mistero e io sono molto affascinato dal mistero, la sola idea di poterlo esplorare mi elettrizza, specie attraverso delle opere cinematografiche.
4. Il viaggio di Astrid sarà costellato e rallentato, oltre che sospeso, da tanti ricordi, più e meno spiacevoli che si riallacciano al suo desiderio di abbandono. Sarà il viaggio di un’eroina in fieri, anche se il suo modo di approcciare alla vita non ha apparentemente nulla di eroico. Probabilmente voleva soltanto amare ed essere amata, genuinamente, indiscriminatamente. Per donare verità a tutto questo è necessario mettersi “on the road” sull’impronta di uno stile di base documentaristico, su nevralgici squarci di evocativa visionarietà dai tratti onirici a cavallo fra tempo presente, flashback e flashforward.
5. Il cammino per giungere dalle parti di Astrid, percorso sia della stessa Astrid che del pubblico inseguitore (inseguito?), diviene una fuga dai vincoli degli schematismi tipici della materialità borghese, ma è anche motivo di evasione (il leitmotiv del film è l’acqua come fonte di nuova vita che scorre incessantemente), di fuga da un mondo, e in specie da una città come Roma, nella quale non sembra esserci più la possibilità di prendersi del tempo per se stessi. La fattibile ricerca di un universo di pace e armonia diventa anche una fuga di stampo ecologico. Per far sì che tutto questo funzioni e catturi le attenzioni del pubblico, è fondamentale prendere per mano la protagonista e lasciarsi letteralmente rapire dalla sua realtà, farsi baciare da quell’atmosfera puramente sensoriale secondo un approccio alla regia, al montaggio (spiazzante secondo un meccanismo a incastri narrativi) e al sound design, neurotonico (nel complesso audiovisivo), mentre le musiche sembrano prendere forma incastonandosi nella pittoricità delle immagini, secondo un prospetto essenzialmente ipnotico.