titolo originale:
Gli anni amari
titolo internazionale:
Bitter Years
regia di:
cast:
Nicola Di Benedetto, Sandra Ceccarelli, Antonio Catania, Lorenzo Balducci, Tobia De Angelis, Francesco Martino (I), Davide Merlini, Giovanni Cordì, Adriana Barbieri, Gino Paccagnella, Francesca Mazza, Giacomo Martini, Sofia Longhini, Stefano Toffanin, Marco Buresta, Anas Arqawi, Giorgina Cantalini, Matteo Andrea Barbaria, Patrizia Bernardi
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
Giovanni Santecchia, Andrea Barberini
costumi:
Andrea Barberini
produttore:
Saverio Peschechera, Saverio Peschechera
produzione:
L'Altra Cinemare, Pavarotti International 23, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission, Apulia Film Commission
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2019
durata:
112'
formato:
DCP - colore
aspect ratio:
2.39:1
uscito il:
02/07/2020
premi e festival:
Il film ripercorre la vita e i luoghi di Mario Mieli, tra i fondatori del movimento omosessuale nostrano nei primi anni 70. Nato nel 1952 a Milano e morto suicida nel 1983, prima dei trentun anni, Mario fu attivista, intellettuale, scrittore, performer, provocatore, ma soprattutto pensatore e innovatore dimenticato. Figlio di genitori benestanti e penultimo di sette figli, vive una vita intera in un rapporto complicato con il padre Walter e la madre Liderica.
La pellicola ne segue i passi a partire dall’adolescenza al liceo classico Giuseppe Parini di Milano. La gioventù e la vita notturna sfrenata, quando ancora omosessualità era sinonimo di disturbo mentale. Il viaggio a Londra e l’incontro fondamentale con l’attivismo inglese del Gay Revolution Front.
Il ritorno in patria e l’adesione al “Fuori!”, prima associazione del movimento di liberazione omosessuale italiano- La fondazione dei “Collettivi Omosessuali Milanesi” e la pubblicazione del saggio Elementi di critica omosessuale. La popolarità mediatica ma anche le turbe mentali.
Mario è protagonista assoluto, attorno al quale gravitano nomi e volti di amici e compagni che, con lui, hanno contribuito a cambiare la storia: Corrado Levi (architetto, docente, artista), Piero Fassoni (pittore), Ivan Cattaneo (cantante), Angelo Pezzana (fondatore del primo movimento omosessuale italiano, il “Fuori!”), Fernanda Pivano (scrittrice e traduttrice), Milo De Angelis (poeta), Francesco Siniscalchi (massone che denunciò Licio Gelli e la P2). Fino all’intensa e sofferta storia d’amore con il giovanissimo Umberto Pasti, futuro scrittore.
NOTE DI REGIA:
Gli anni amari è l’attraversamento di un’epoca, di quei vitali, difficili, creativi, dolorosi e rimossi anni ’70. È anche la rievocazione di un necessario movimento per i diritti, come quello omosessuale, che doveva inventare forme nuove per farsi riconoscere. Ed è soprattutto il ritratto di un ragazzo la cui genialità, la cui libertà interiore e la cui gioia di vivere erano troppo intense per il mondo che lo circondava. Gli anni amari è tutto questo, o almeno cerca di esserlo.
Mieli era un genio, che ci ha sedotto, come riusciva a sedurre tutti coloro con cui entrava in relazione. Ma era anche un ragazzo immerso in una profonda solitudine, quella in cui aveva costruito la sua bolla di sopravvivenza e quella in cui era relegato da chi lo considerava troppo snob o troppo scomodo; la solitudine di chi ha imparato a farcela da solo per sopravvivere a dispetto di tutto e tutti, e la solitudine in cui si è ritrovato per l’ennesima volta quel giorno di marzo dell’83 in cui, a soli 30 anni, ha deciso di togliersi la vita.
Gli anni amari sono tutto questo.
Sono gli anni in cui tutto sembrava possibile e non lo era.
Sono gli anni lontanissimi del nostro passato recente.
Sono gli anni di un ragazzo che ha vissuto – con la sua aliena dolcezza – l’amarezza di un’esistenza simile a quella di nessun altro.
Si chiamava Mario.
O, se preferite, Maria.