Luci spente (opera prima)

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Luci spente

Luci spente

titolo originale:

Luci spente

sceneggiatura:

Pier Vittorio Mannucci

fotografia:

montaggio:

costumi:

Monia Manuello

musica:

Alberto Ricca

produttore:

produzione:

Flabbergasted Pictures, Zamboni56, PaT Passi Teatrali

paese:

Italia

anno:

2015

durata:

60'

formato:

colore

premi e festival:

Laura Locke si reca in una casa di cura per andare a trovare la sua migliore amica Mary, rimasta vittima di un non meglio specificato incidente stradale. Da allora Mary è in stato di catatonia, e i medici hanno poche speranze che si riprenda. Alcuni incidenti e gli incontri con altri pazienti fanno sì che per Laura la visita diventi un’esperienza inquietante e introspettiva che la porterà a ripercorrere gli eventi che hanno portato all’incidente e a un profondo cambiamento nella sua vita e in quella di Mary.

NOTE DI REGIA:
Una sera sono stato a teatro a vedere uno spettacolo, Luci Spente. Mi ha subito colpitol’idea drammaturgica, insolita e coraggiosa per una storia italiana, forse più vicina almondo americano, alle serie, al cinema. Ho quindi proposto all’autore del testo e allacompagnia di farne un film a zero budget. Lavorare a zero budget non è una cosasemplice. Zero budget, a differenza di “indipendente”, vuol dire povero, a cominciare dalla quantità di giorni che troupe e cast possono dedicare ad un progetto inizialmente non retribuito. La realizzazione del film è stata quindi un esperimento che abbiamo realizzato in un totale di 7 giorni di riprese, incastrando gli impegni di tutti e investendo le nostre energie per portarlo a termine.
L’idea del rotoscope, ovvero del cartonato, viene dalla necessità di trovare un ponte tra lateatralità della storia e il mezzo cinematografico, esaltando al tempo stesso le atmosfere cupe e inquietanti di una trama che ruota attorno alla rottura dell’equilibrio, della sanitàmentale, di quell’argine che divide il conscio dall’inconscio, la luce dall’ombra. La luce intermittente diviene metafora della ragione, una ragione che va e viene, per poi annegare inesorabilmente in un buio indefinito e senza fine.