Malarazza (opera seconda)

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Malarazza

Malarazza

Malarazza

titolo originale:

Malarazza

montaggio:

Luca Carrera

costumi:

Azra Sedic

musica:

Giuliano Fondacaro, Arisa, Mirko Miro

produzione:

MovieSide, Xenon Produzioni Cinematografiche in collaborazione con Studi Cinematografici Siciliani

paese:

Italia

anno:

2017

durata:

98'

formato:

colore

uscito il:

09/11/2017

Rosaria (Stella Egitto) è una giovane mamma, moglie di Tommasino Malarazza (David Coco), esponente di una nota famiglia mafiosa del quartiere Librino a Catania. Se una volta il nome Malarazza faceva tremare chi lo pronunciava, oggi non è più così e Tommasino è solo un boss in declino, privo di mezzi e denaro. Costretta a sposarsi perché rimasta incinta, Rosaria viene maltrattata e umiliata sistematicamente dal marito, che le chiede persino i soldi che guadagna giornalmente con il suo lavoro in lavanderia. La donna ha paura a ribellarsi e può contare solo sull’aiuto di suo fratello Franco (Paolo Briguglia), uomo colto con cui si sfoga e confida. Franco è però anche un transessuale che vive ai margini della società, ricevendo clienti in un pied-à-terre all’interno del quartiere di San Berillo. È proprio qui che la giovane si rifugia una notte dopo aver portato via di casa il figlio Antonino (Antonino Frasca Spada) ma entrambi vengono immediatamente rintracciati e il ragazzo viene riportato a casa dal padre. Qui il giovane comincia a frequentare il giro di spaccio gestito dai coetanei del quartiere, che prendono ordini dal boss emergente Pietro (Cosimo Coltraro), detto U Porcu. Quando suo padre morirà Antonino e Rosaria avranno la possibilità di iniziare una nuova vita, lontana da quel luogo vissuto quasi come una prigione, e dal quel nome così ingombrante da portare. La libertà però è spesso difficile da ottenere, specialmente per chi, in un quartiere del genere, ha visto o sa troppo... proprio come Antonino.

NOTE DI REGIA:
Il film ci fa riflettere su quanto le periferie siano parte integrante delle città e che lo stato di degrado in cui sono lasciate non fa altro che aumentare ingiustizie e microcriminalità. Malarazza è una denuncia delle condizioni delle periferie urbane al fine di riflettere sulla crisi della legalità nelle aree più marginali dei territori, anche se spesso localizzate nei quartieri più centrali. Territori che domandano bellezza, giustizia e sicurezza per garantire un futuro e una speranza ai cittadini che vogliono affrancarsi dalla criminalità e dall’esclusione che logorano le loro vite. Sulla base della mia diretta esperienza ritengo che le amministrazioni locali facciano molto per ricucire gli strappi fra le periferie e il resto della città, ma purtroppo molte altre istituzioni restano a guardare. Come scriveva Italo Calvino, anche le più drammatiche e le più infelici tra le città hanno sempre qualcosa di buono. Quel qualcosa, però, dobbiamo scoprirlo e alimentarlo. Solo così avremo città migliori.