vedi anche
titolo originale:
Festina Lente
regia di:
cast:
Francesca Ceci, Francesco Rossini, Filippo Gili, Silvia Delfino, Diego Bottiglieri, Rimi Beqiri, Michele Nani, Rodolfo Mantovani, Cristina Caldani, Indri Qyteza Shiroka, Eleonora Misiti, Dona Amati
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
Luca Balducci
scenografia:
costumi:
Roberta Fratini
musica:
Ornella Saracino
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2016
durata:
103'
formato:
HD - colore
uscito il:
06/03/2017
premi e festival:
“Se si maneggiassero più libri che armi,
non si vedrebbero tante stragi e tanti misfatti, tante brutture, tanta insipida lussuria”
Aldo Manuzio, stampatore, (1449-1515)
Il primo lungometraggio di Lucilla Colonna racconta cinquanta anni di Rinascimento italiano attraverso gli occhi della poetessa e nobildonna Vittoria Colonna (1490-1547).
Quando Vittoria era una bambina, Papa Alessandro VI Borgia confiscò tutto ciò che la sua famiglia possedeva, ma il rapporto contrastato fra lei e la corte pontificia era destinato a continuare e a manifestarsi anche con Papa Clemente VII Medici e Papa Paolo III Farnese.
A diciannove anni sposò Francesco Ferrante D’Avalos, discendente di una famiglia di origini spagnole, che morì prematuramente combattendo per Carlo V e il Sacro Romano Impero.
Donna di grande sensibilità e cultura, conservava nella sua vasta biblioteca i testi pubblicati dal primo grande tipografo della Storia, Aldo Manuzio, con il marchio di stampa “Festina lente”. Ella conobbe e scambiò corrispondenza con le personalità più influenti del Rinascimento: Ludovico Ariosto, Pietro Aretino, molti regnanti, il cardinale Reginald Pole e frate Bernardino Ochino, che fu obbligato a fuggire in Svizzera dopo aver aderito alle idee di Lutero. Pacifista e femminista ante-litteram, mise in discussione il ruolo tradizionalmente riservato alle donne, riuscendo comunque ad ottenere grande stima dalla società maschilista della sua epoca. Divenne amica e confidente di Michelangelo Buonarroti, che le dedicò alcuni dei suoi più struggenti sonetti, in cui la magnificava con parole come queste: "Un uomo in una donna, anzi un dio, tramite la sua bocca parla".
NOTE DI REGIA:
Nel mondo sempre più rarefatto e virtuale in cui viviamo, mi è sembrato interessante costruire un film sul supporto materiale attraverso cui, nell’epoca rinascimentale, passava tutta la comunicazione a distanza: quei fogli di carta, puri e preziosi, che curiosamente provenivano dal macero degli stracci. Così, attorno alla protagonista Vittoria Colonna, i personaggi della storia sono coloro che nel Cinquecento scrivevano lettere, versi, leggi, commedie, oppure disegnavano bozzetti destinati a diventare affreschi e palazzi.