titolo originale:
Dulcinea
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
Samantha Angeloni, Giulia Pils
costumi:
Michela Borsotti
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2018
durata:
64'
formato:
16mm/HD - colore
premi e festival:
Una giovane ragazza si prepara a ricevere nel proprio appartamento un cliente. L’uomo, trasposizione di Don Quijote nella Milano degli anni ‘90, seguendo una precisa ritualità, si dedica alla pulizia maniacale di quattro stanze. La ragazza, incarnazione di Dulcinea, mangia, legge, si mette lo smalto, fuma, si veste e si sveste, come se Don Quijote non fosse presente e come se fra i due non ci fosse alcun rapporto. Il cliente, seguendo uno schema patologico, trafuga alcuni oggetti della ragazza, riponendoli in sacchetti di plastica, e successivamente nella sua valigetta ventiquattr'ore. Altre volte gli oggetti di feticcio vengono distrutti, vittime di raptus maniacali, in una meccanica che conduce alla ripetizione di un rito di celibato e di solitudine.
NOTE DI REGIA:
Dulcinea è il primo di tre lavori girati integralmente all’interno di ambienti domestici.
L’ho chiamata “trilogia dell’appartamento”. Si tratta di tre lungometraggi ossessivi e
patologici in cui la solitudine delle vicende dei protagonisti è messa in costante
rapporto con lo spazio architettonico ospitante. Tre lavori in tre formati diversi:
16mm per Dulcinea, VHS e videocamera digitale per gli altri due, attualmente in
fase di realizzazione. In Dulcinea la solitudine che permea i protagonisti è una
presenza assente, celata da azioni routinarie e dalla didascalica successione degli
eventi che li colloca apparentemente fuori dal tempo e dalle miserie umane.
Svuotati da ogni psicologismo, gli attori aderiscono per tutta l’opera ad una postura
ingessata, conducendo lo spettatore di fronte a una pièce marionettistica di
riesumazione e sessualità feticista.