Non si può morire ballando

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Non si può morire ballando

Non si può morire ballando

titolo originale:

Non si può morire ballando

cast:

Salvatore Palombi, Mauro Negri, Gianni Quillico, Danny Duyko, Jvonne Giò, Lory Pisano, Rebecca Amodeo, Valentina Scuderi, Alessandra Brambilla, Sara Veneziano, Alberto Agnoletto, Marco Mussino, Emanuele Piani, Marco Speziali, Amedeo Bianchimano, Valentina Puggioni, Andrea Colussi, Maurizio Panfilo, Denise Mirandola, Tullia Ferraro, Filippo Geri, Monica Mazzei, Alice Viglioglia, Paolo Villa

sceneggiatura:

fotografia:

scenografia:

Giulia Vada

musica:

Andrea Mele

produzione:

paese:

Italia

anno:

2019

durata:

85'

formato:

colore

uscito il:

03/10/2019

Italia, da qualche parte.
Due fratelli vivono il dramma di una malattia da un'angolazione diversa dello stesso letto di un ospedale. Uno, è seduto su una sedia. L'altro, su quel letto ci è sdraiato sopra da settimane.
La dipartita di Gianluca è a tre mesi di distanza, una malattia rara chiamata “le cellule dormienti”, di cui non si conosce la cura, dalla quale non si puo' tornare indietro.
Mentre il tempo galoppa inesorabile, Massimiliano si rende conto che forse non è ancora tutto perduto. Attraverso un libro, tra le pagine affiora una teoria, un metodo, una cura. Forse solo una bella favola d'amore....
Affrontare il rapporto con la malattia attraverso l'elogio del ricordo: rivivendo le emozioni di una vita, come il primo bacio, un amore importante o l'abbraccio di una mamma. Quelle emozioni che fanno vibrare il cuore, tremare l'anima, e magari risvegliare le cellule appisolate in fondo al cuore di Gianluca.
Un film poetico e a tratti anche grottesco, che, con una punta di drammaticità, si rivela un inno alla vita.

NOTE DI REGIA:
Non si può morire ballando nasce da un'esperienza personale che ho voluto raccontare con gli occhi di chi sta seduto sulla sedia di fianco al letto di un ospedale.
Anch'io come Massimiliano ho sentito in quel lungo periodo la fragilità dell'uomo, l'impossibilità al rimedio e la totale inadeguatezza alla situazione.
Il film viaggia su binari paralleli; da una parte la concretezza della medicina e dall'altra i colori dell'amore.
Ho voluto simboleggiare Il corridoio nel film come la parte più rappresentativa, scandisce la distanza tra la vita e la morte ed è raccontato con lentezza e profondità.
Ogni volta assume un significato diverso.