Creatura dove vai? (opera prima)

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Creatura dove vai?

Creatura dove vai?

Creatura dove vai?

titolo originale:

Creatura dove vai?

titolo internazionale:

Creature, where are you going?

cast:

Rosanna Fiumanò, Pino Gargiulo, Bruno Gullace, Clarissa Parisi, Luca Chinaglia, Antonino Fortunato Aloi, Mariapia Gullace

fotografia:

paese:

Italia

anno:

2019

durata:

54'

formato:

4K/DCP - colore

aspect ratio:

4:3

premi e festival:

Italia del Sud.
Una vecchia contadina alle soglie della demenza (la Creatura), riceve la misteriosa visita di un Santo che le prescrive un pellegrinaggio dalla meta sconosciuta.
La Creatura, seguendo la sua voce, si mette in viaggio trasportando un pesante piccone di ferro.
Ben presto il linguaggio colto del Santo e l'ignoranza della donna creano incomprensioni e fraintendimenti.
L'incerto cammino verso la santità si trasforma in una via Crucis di privazioni, furti, violenze, perpetrate da un popolo rozzo e primitivo che la Creatura incontra sul suo sentiero.
La luce della fede comincia a vacillare.
Smarrita in un paesaggio metafisico, la Creatura, ormai distrutta, giunge ai piedi di una montagna incantata dove una incarnazione del Santo le promette un futuro di beatitudine.
Finalmente la donna ha accesso al Paradiso tanto sognato. Ma la Grazia del Santo segue vie imperscrutabili.

NOTE DI REGIA:
Creatura dove vai? nasce dal desiderio di ricreare un Sud ottocentesco immaginifico, un universo di retaggio pagano e medioevale.
La vita degli abitanti di queste terre è dura, estremamente povera, il clima ostile alterna siccità a forti alluvioni, la terra non dà frutti, il paesaggio è fatto di enormi distanze da percorrere a piedi nudi, le montagne sono barriere invalicabili.
Un mondo pagano e animista dove santi, spiriti, draghi e streghe convivevano in un unico pantheon, capaci di mutarsi in animali, piante, elementi naturali, oggetti, e partecipare della vita degli uomini, come gli dei dell'antica Grecia.
Il paesaggio come fonte di divinazione, mistero e ambiguità.
L'ambiguità del messaggio del Santo e l'ottusità della Creatura danno luogo a continui fraintendimenti che sembrano realizzare dei miracoli al contrario, dove la spoliazione della donna delle sue poche cose finisce per diventare sollievo e dono per i suoi carnefici.
Una parabola tragicomica creata dall'incontro di registri che intrecciano richiami biblici, volgari, favolistici e letterari che tenta un impossibile equilibrio tra tra santità e blasfemia, fede e cinismo, umanità e disumanità.
La stessa mistura di cui sono intrise queste terre.