Spaccapietre (opera seconda)

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Spaccapietre

Spaccapietre

Spaccapietre

titolo originale:

Spaccapietre

titolo internazionale:

Una promessa

fotografia:

montaggio:

scenografia:

produzione:

La Sarraz Pictures, Shellac Sud, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Europa Creativa, Hopefulmonster/Fondazione Merz, Cinéaxe, Région Provence Alpes Côte D'azur, CNC, Tax Shelter (Gouvernement Fédéral De Belgique), Apulia Film Commission

vendite estere:

paese:

Italia/Francia

anno:

2020

durata:

104'

formato:

colore

uscito il:

07/09/2020

Dopo un grave incidente sul lavoro Giuseppe è disoccupato. Suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo e pensa che l’occhio vitreo del padre sia il segno di un superpotere. Sono rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di stringere a sé Antò, la sera, e raccontargli una storia. Gli ha promesso che un giorno riavrà sua madre, e rispetterà quella promessa, a qualunque prezzo.

NOTE DI REGIA:
In Spaccapietre arte e biografia personale si intrecciano inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta, attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un film d'amore paterno in cui affiorano puri i temi della morte, della violenza, della paura, dell'amore, della vendetta.