titolo originale:
Ferdinando il duro
regia di:
cast:
fotografia:
montaggio:
musica:
Andrea Castelli, Luigi Polimeni, Assalti frontali
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2020
durata:
75'
formato:
DCP - colore
aspect ratio:
2.39:1
uscito il:
18/01/2020
Ferdinando viene suo malgrado coinvolto in una misteriosa macchinazione, di cui non si comprendono i contorni. I personaggi che ruotano intorno a Ferdinando “il duro” sembrano cercare a loro volta la soluzione al mai meglio precisato imbroglio. Il finale è lungi dal fornire una spiegazione: Ferdinando si trova più confuso che mai, dopo avere assistito inerme a un omicidio. Omicidio che si compie, naturalmente, fuori campo.
NOTE DI REGIA:
Un non-remake, un post-papaskinoisttot, un noir di ultima generazione ma fuori norma, una produzione pseudo autoconsapevole. Il film è nato per giocare a ricreare atmosfere che si respirano in alcune produzioni che non appartengono solo alla storia del cinema, ma anche e forse soprattutto si legano a un immaginario collettivo. Titoli dalla trama improbabile, fragile, in cui il contenuto lascia il posto alla forma, mettendo in luce il lavoro artigianale dei registi, tecnici e attori.
Se è vero che il legame con il cinema di Dr. Alexander Kluge probabilmente inizia e finisce con il titolo, è altrettanto vero che molto ben nascosti appaiono i riferimenti al cinema di Jacques Tourneur (segnatamente il bellissimo e improbabile "Out of the Past"), o al cinema di Edgar G. Ulmer (con la scena dell'omicidio telefonico di "Detour") o a "The Strange Love of Martha Ivers" di Lewis Milestone...
Sono però riferimenti importanti per il gioco, un gioco serio e allegro (come deve essere un gioco), profondo e complesso, a cercare quell'aura che sposta i nostri film di riferimento fuori dal tempo e li mantiene però, paradossalmente, attualissimi.
Ferdinando il duro è quindi un film che si presenta a un tempo presuntuoso e umile, concluso e abbozzato. Vuole essere grottesco, o piuttosto, frivolo: tragicomico.
Il film, pensato per essere girato in bianco e nero, con la proporzione classica del mascherino 1,37:1, è stato invece girato a colori, nella proporzione 2,39:1, audio in presa diretta. Utilizzo estremamente contenuto di campi e controcampi.
Il film è stato girato nel paese e nei pressi di Mezzago (MI), sede del noto locale "Bloom", dove è nato il Kolektiv.