titolo originale:
Primula Rossa
titolo internazionale:
The Red Pimpernel
regia di:
cast:
sceneggiatura:
Massimo Barilla, Angelo Righetti
fotografia:
montaggio:
scenografia:
Giuppi Sindoni, Aldo Zucco, Giuseppe Intersimone
costumi:
Francesca Gambino
produzione:
Fondazione di Comunità di Messina, Radical Plans, Fondazione Horcynus Orca, Ecos-Med, Talento Dinamico, Ecosmedia
paese:
Italia
anno:
2018
durata:
82'
formato:
HD - colore
aspect ratio:
1.69:1
uscito il:
30/05/2019
L'Italia fu nel 1978 il primo paese al mondo a promulgare una legge che portò alla chiusura degli Ospedali Psichiatrici. Rimasero però ancora a lungo attivi i fatiscenti ospedali psichiatrici giudiziari, che verranno chiusi solo trent'anni dopo.
La loro chiusura, però, non ha portato al superamento di istituzioni totali, oggi chiamate REMS (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza).
La narrazione, ispirata a storie vere, unendo fiction e documentario, dimostra però che strade nuove sono possibili...
NOTE DI REGIA:
Il lungometraggio, esplicitamente ispirato a storie vere, è l’occasione per ripercorrere alcuni snodi della storia recente italiana, dagli anni di piombo, alla rivoluzione culturale che ha portato alla promulgazione della legge Basaglia, alla profondissima crisi umana degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG).
Il film mostra come Ezio, nella fiction Ennio (Salvatore Arena), e le altre persone internate in OPG trovino una possibilità di comunicazione con Lucio (Davide Coco), lo psichiatra che incarna la volontà di ricercare strade nuove, perché l’umanità, se autentica, può oltrepassare qualunque differenza, ogni confine e ogni distanza. Un progetto comune e duraturo di vita liberata diviene possibile soltanto quando si costruiscono progetti economico-sociali altri, caldi, inclusivi, generativi, che lottano le mafie e che scelgono come testate d’angolo le persone più escluse. E qui è esplicito, seppur discreto, il riferimento alla paradigmatica esperienza della Fondazione di Comunità di Messina e del suo Distretto Sociale Evoluto, oggi considerati fra le più avanzate e innovative esperienze di sviluppo umano locale in Europa.
Lucio e il nuovo mondo incontrato rappresentano quel grande potenziale di trasformazione che nasce quando le risorse umane, professionali, economiche di una comunità vengono utilizzate non per controllare, tenere rinchiusi ed esclusi gli altri, ma per aiutarli a vivere, lavorare ed abitare in un luogo scelto.
Nel lungometraggio s’intrecciano due percorsi: quello ricostruito da documenti d’archivio che evidenzia come paure, stigmi ed egoismi economici perpetuino forme vecchie e nuove di istituzioni totali e quello di fiction che narra come in Italia dalla fine degli anni ’70 non si è più smesso di cercare e sperimentare strade pienamente umane capaci di restituire diritti di cittadinanza alle persone deboli ed escluse. Il finale del docufilm mostra che queste strade, rispettose della dignità di ogni essere umano, non solo sono possibili, ma sono vere!