Oltre il confine (opera prima)

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Oltre il confine

Oltre il confine

titolo originale:

Oltre il confine

cast:

Fatou Ndeye Mbaye, Fallou Serigne Mbaye, Iaia Forte, Nicola Rignanese, Crispin Shadrack Nyangala, Fallou Diom, Mutisi Sabadin, Fifi Linguere

sceneggiatura:

fotografia:

montaggio:

scenografia:

produzione:

Scirocco Films, Rosebud Entertainment Pictures, Rai Cinema, Arte, con il contributo del Ministero della Cultura, in associazione con Fondazione Emanuel, Banca Sella, Luigi de Vecchi con il sostegno di Fondazione Casa della Carità, Apulia Film Commission

paese:

Italia/Francia

anno:

2021

durata:

90'

formato:

colore

uscito il:

11/09/2023

premi e festival:

La storia di due bambini africani che guardano le stelle e sognano di arrivare in Italia. Il loro mondo è raccontato come in una fiaba: Bekisisa ha dodici anni e una voce magica che incanta gli animali; il suo fratellino Eno, di anni ne ha sei, e sogna di avere la maglia di Mané, il grande calciatore della sua squadra del cuore. Soli lasciano la loro terra, dopo aver subito lutti e perdite, raggiungendo l’Italia dove la realtà non è certo a misura di bambino. Avventure, vicissitudini e pericoli, ma anche un grande legame che li unisce. Insieme ad altri bambini saranno alla ricerca di un futuro migliore.

NOTE DI REGIA:
Come si può rendere visivamente un viaggio verso l’Europa visto con gli occhi dei bambini?
Il loro punto di vista è sempre emotivo sia quando vivono la paura sia quando vivono la gioia o l’incanto della scoperta e dell’amore.
Serviva un punto di vista in cui la dimensione reale si fondesse con l’immaginazione e la fantasia. Perché i bambini uccidono il dolore con la fantasia. Ecco perché ho voluto ampliare lo sguardo dal close-up e comprendere lo spazio che li circonda e li influenza. Uno spazio reale e magico. Per questo motivo ho usato un formato anamorfico in modo tale che gli stacchi sui primi piani siano quasi fusi con il mondo esterno.
Nella parte iniziale ho voluto utilizzare una camera ferma, contemplativa, come a volere raccontare la staticità e la sicurezza di un nido famigliare che piano piano si distrugge portandoli in posti lontani e pericolosi. Il loro arrivo in Europa, un’Europa immaginaria e favolistica, è accontato con una camera più nervosa, a mano, che a tratti diventa contemplativa e statica: quando i bambini scoprono le loro emozioni. Ogni scoperta che fanno è meravigliosa e plastica. Inseguendo il loro sguardo incontriamo, anche, un mondo adulto semplificato: adulti come sopraffattori ma anche adulti fragili.
Tutto è denso di realtà e immaginazione ed è per questo che è stato di fondamentale importanza il dialogo tra i reparti, fotografia, scenografia e costumi, per costruire un aspetto cromatico funzionale alla condizione psicologica dei personaggi pieni di sogni e paure.