titolo originale:
I giganti
titolo internazionale:
The Giants
regia di:
cast:
Bonifacio Angius, Stefano Deffenu, Michele Manca, Riccardo Bombagi, Stefano Manca, Francesca Niedda, Noemi Medas, Roberta Passaghe, Mila Angius
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
produttore:
produzione:
Il Monello Film, con il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2021
durata:
80'
formato:
colore
uscito il:
21/10/2021
premi e festival:
Una rimpatriata tra vecchi amici. Una casa sperduta in una valle dimenticata dal mondo. Tanti ricordi, piombo, e storie d'amore dall'abisso.
NOTE DI REGIA:
I giganti è un film nato da diverse congiunture e suggestioni inevitabilmente legate al triste e sconvolgente periodo che tutti insieme stiamo affrontando con immense difficoltà. È una storia densa di rabbia, dolore, tenerezza, fragilità, furore, ironia, cinismo e violenza. Una violenza a volte nascosta, velata, a volte evidente, cristallina, subdola e premeditata. La violenza, nei gesti e nei pensieri, negli sguardi e nelle parole, è motore invisibile delle azioni dei personaggi e, attraverso il ritratto di un piccolo mondo autodistruttivo, forma elementare dell'agire umano. L'idea del film nasce dall'urgenza di mettere a nudo le fragilità dei rapporti umani e di mostrarne il disequilibrio, cercando attraverso il mezzo cinematografico di illuminarne i lati più oscuri, nostalgici, sinistri e malinconici.
Mi piace definire questo racconto come fosse un'opera filosofica scritta da un cialtrone, che nell'imbarazzo di un auto-sabotaggio, con la volontà di distruggere la mascolinità italiota, disprezzandola e mostrandola in tutto il suo squallore e debolezza, decide di decapitarla definitivamente.
Il tempo è passato inesorabile, e ai nostri personaggi non è rimasto nulla tranne che il vuoto e la nostalgia per una giovinezza che non tornerà più, anche se si trovano a vivere un'età in cui sono tutto tranne che vecchi dal punto di vista anagrafico.
Questo film è un attacco al maschilismo in tutte le sue forme, un tentativo di mostrarlo in una fragilità squallida. I giganti è un sogno perduto, un sogno di cinema dimenticato, che con tutta la mia forza ho tentato di far riaffiorare sullo schermo. E anche se le mie parole appaiono così pessimiste - e di sicuro lo sono - il mio più grande amore, il cinema, si è fatto vivo ancora una volta per salvarmi. Mi ha dato la forza di sorridere, di gioire e di essere consapevole che la parola “fine” non può essere scritta, anche se siamo a terra e pensiamo di non poterci più rialzare. Nasce così un racconto arioso, profondo, sagace, sincero, dolce, e sì, crudele. Ma d'altra parte la vita cos'è? È una grande avventura dai mille volti, in cui non ci si può sottrarre dal provare ogni brivido, positivo o negativo, o addirittura neutro, fluttuante nell'abisso del dubbio dell'esistenza. E mi dà speranza sapere che nonostante tutto, se lo vai a cercare, si trova sempre qualcosa di positivo, si trova sempre un nuovo sogno da realizzare. E che, anche nel buio di questo ingorgo, si può provare a dare ancora un colpo di coda, per cercare di rinascere più forti e veramente liberi.