titolo originale:
J'accuse!
titolo internazionale:
An Officer and a Spy
regia di:
cast:
Jean Dujardin, Emmanuelle Seigner, Louis Garrel, Grégory Gadebois, Olivier Gourmet, Mathieu Amalric, Laurent Stocker, Vincent Grass, Denis Podalydès, Vincent Perez, Melvil Poupaud, Didier Sandre, Hervé Pierre, Eric Ruf, Laurent Natrella
sceneggiatura:
Roman Polanski, Robert Harris, dal suo romanzo "L'ufficiale e la spia"
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Légende Films, RP Productions, Gaumont, Èliseo Entertainment, France 2 Cinéma, France 3 Cinéma, Rai Cinema, Kinoprime Foundation, Kenosis, Horus Movies, Ratpac
distribuzione:
01 Distribution [Italia], Cdi Films [Argentina], Filmladen [Austria], Cineart [Belgio], Fivia [Bosnia-Erzegovina], California Filmes [Brasile], Cinelibri [Bulgaria], Kinomania [Bulgaria], Fivia [Croazia], Future Film [Danimarca], Top Film Baltic [Estonia], Future Film [Finlandia], Gaumont [Francia], WeltKino [Germania], Longride [Giappone], Odeon - Rosebud.21 [Grecia], Future Film [Islanda], United King Films [Israele], Top Film Baltic [Lettonia], Italia Film International [Libano], Top Film Baltic [Lituania], Gussi [Messico], Fivia [Montenegro], Future Film [Norvegia], Gutek Film [Polonia], Midas Filmes [Portogallo], Pilot Film [Repubblica Ceca], Transilvania Film [Romania], Top Film Distribution [Russia], Mcf Megacom Film [Serbia], Pilot Film [Slovacchia], Fivia [Slovenia], Caramel Films [Spagna], Future Film [Svezia], Frenetic Films [Svizzera], Top Film Distribution [Ucraina], Cirko Film [Ungheria]
vendite estere:
paese:
Francia/Italia
anno:
2019
durata:
125'
formato:
colore
uscito il:
21/11/2019
premi e festival:
Gennaio del 1895, pochi mesi prima che i fratelli Lumière diano vita a quello che convenzionalmente chiamiamo Cinema, nel cortile dell’École Militaire di Parigi, Georges Picquart, un ufficiale dell’esercito francese, presenzia alla pubblica condanna e all’umiliante degradazione inflitta ad Alfred Dreyfus, un capitano ebreo, accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi.
Al disonore segue l’esilio e la sentenza condanna il traditore ad essere confinato sull’isola del Diavolo, nella Guyana francese. Un atollo sperduto dove Dreyfus lenisce angoscia e solitudine scrivendo delle lettere accorate alla moglie lontana.
Il caso sembra archiviato.
Picquart guadagna la promozione a capo della Sezione di statistica, la stessa unità del controspionaggio militare che aveva montato le accuse contro Dreyfus. Ed è allora che si accorge che il passaggio di informazioni al nemico non si è ancora arrestato.
E se Dreyfus fosse stato condannato ingiustamente?
E se fosse la vittima di un piano ordito proprio da alcuni militari del controspionaggio?
Questi interrogativi affollano la mente di Picquart, ormai determinato a scoprire la verità anche a costo di diventare un bersaglio o una figura scomoda per i suoi stessi superiori.
L’ufficiale e la spia, adesso uniti e pronti ad ogni sacrificio pur di difendere il proprio onore.
L’affare Dreyfus è uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia, avvenuto in Francia tra il 1894 e il 1906 e che vide protagonista il soldato ebreo francese Alfred Dreyfus, ingiustamente accusato di essere una spia e quindi processato per alto tradimento.
Dreyfus sostenne fermamente la sua innocenza combattendo contro un’intera nazione. Il suo caso ebbe una notevole risonanza mediatica dividendo l’opinione pubblica del tempo, tra chi ne sosteneva l’innocenza e chi lo riteneva invece colpevole.
Tra gli innocentisti si schierò Émile Zola, il quale scrisse un articolo in cui puntava il dito contro il clima di antisemitismo imperante nella Terza Repubblica francese. Tale intervento venne intitolato proprio J’Accuse.
NOTE DI REGIA:
Il film parla dell’Affare Dreyfus, un soggetto che è rimasto nella mia testa per molti anni. In questo vasto scandalo, probabilmente il più grande della fine del 19° secolo, si intersecano errori giudiziari e antisemitismo. Per dodici anni, l’Affare Dreyfus divise la Francia, portando scompiglio anche nel resto del mondo. Ad oggi è uno dei simboli dell’ingiustizia politica e di cosa si possa arrivare a fare in nome dell’interesse nazionale.