Chi ha paura di Giuliano?

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Chi ha paura di Giuliano?

Chi ha paura di Giuliano?

titolo originale:

Chi ha paura di Giuliano?

titolo internazionale:

Who's afraid of Giuliano?

cast:

Cesare Biondolillo, Paolo Saladino, Anna Attademo, Piero Gebbia, Francesco Cristiano Russo,Rossella Leone, Sabrina Lembo, Elena Pistillo, Daniele Musso, Santa Aprupe, Alessandro Fricano, Felice Napolitano, Rosario Cataldo

fotografia:

produzione:

Micro Film, Arte & Cinema A&C

paese:

Italia

anno:

2018

durata:

76'

formato:

colore & b/n

status:

Pronto (26/11/2018)

Il bandito siciliano Salvatore Giuliano è una figura controversa, misteriosa, che ha suscitato grande interesse nel panorama storico-politico italiano e internazionale, superando ampiamente i confini della Sicilia.
Come sarebbero cambiati gli equilibri mondiali del secondo dopoguerra se il “caso Giuliano” fosse diverso da quello che conosciamo? Perché i documenti che lo riguardano sono ancora coperti dal segreto di Stato? Sono tanti gli interrogativi che ruotano attorno alla figura di Salvatore Giuliano, per alcuni solo un giovane criminale e per altri una sorta di Robin Hood, di sicuro tanto amato dalla sua gente e dalla sua terra, che ancora oggi lo ricorda con affetto.
Eppure le sue “gesta” coprirono solo l’arco di sette anni, dal 1943 alla presunta morte nel 1950, a soli 27 anni, e stupisce pensare che sia rimasto un argomento di estrema attualità. Un rozzo delinquente, un mafioso, un terrorista nazi-fascista, un soldato, un rivoluzionario, davvero un Robin Hood?
Le definizioni contraddittorie e le granitiche certezze di alcuni, hanno contribuito a delinearne l’alone di mistero e ancor oggi ci si chiede se fosse solamente il volgare criminale che insanguinò il secondo dopoguerra siciliano o l’uomo dal volto sconosciuto sul quale permane, dopo settant’anni, il segreto di Stato.
Di certo c’è che Giuliano attraversò quegli anni come una star - le foto e i filmati lo ritraggono disinvolto come un attore, nelle vesti di colonnello di un esercito inneggiante alla bandiera e ai valori della gloriosa storia siciliana - e che scomparve al momento giusto, quando la sua fama e i suoi legami ad altissimo livello, erano ormai diventati troppo scomodi. Nel minuetto di mosse politiche nazionali e internazionali, non ci poteva essere più posto per un personaggio come l’irruento Giuliano, incapace di diplomazia e compromessi, furbo ma ignorante, carismatico tanto da attrarre le masse e soprattutto a conoscenza di troppe, impronunciabili verità. Avrebbero potuto catturarlo vivo ma forse non era accettabile il rischio che parlasse. A questa consapevolezza è verosimile che sia arrivato Giuliano stesso, uscendo di scena, con un piano che potrebbe essere definito diabolico, un attimo prima della chiusura del sipario.
Accanto a Salvatore Giuliano gravitavano pezzi della mafia, dello Stato e dei servizi segreti italiani e americani. Qual è la verità sul suo conto e sulla sua morte? Il corpo ritrovato la notte del 5 luglio 1950 dopo una presunta sparatoria con i Carabinieri, era davvero il suo?
Neppure il famoso titolo che Tommaso Besozzi dettò al suo giornale L’Europeo - “Di sicuro c’è solo che è morto” - forse è stata una certezza.
Attraverso il racconto dell’ultimo testimone oculare, oggi ultraottantenne, che rompe il giuramento del silenzio fatto alla famiglia, si aprono nuovi scenari e vengono svelati intrecci e accordi tra mafia e uomini delle istituzioni: quella trattativa che forse ci ha consegnato la storia dell’Italia repubblicana, così come la conosciamo. “Io così la so la storia, e così la racconto”. Nel film a parlare è la vedetta di Salvatore Giuliano, il ragazzino che supportò la banda nei sette anni di latitanza sui monti del palermitano e che ha vissuto in prima persona eventi come la strage di Portella della Ginestra e lo strano rapporto tra Giuliano e uomini dei Servizi Segreti italiani e americani.
Sui misteri che aleggiano intorno alla figura del bandito, altre testimonianze e altri segreti vengono scandagliati, in un percorso tra verità, fiction e foto inedite, che si muove tra le interviste ai testimoni e la ricostruzione di alcuni eventi della vita di Salvatore Giuliano, emersi sia dalle narrazioni dei testimoni ancora in vita che hanno scelto di non mostrarsi, che da una perizia criminologica effettuata.
Non bisogna mai smettere di cercare la verità, perché un Paese orfano delle sue verità non può dare speranza, né costruire un futuro sano per i propri cittadini.