titolo originale:
Padrenostro
regia di:
cast:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Lungta Film, Pko Cinema & Co, Tenderstories, Vision Distribution, con il sostegno di Fondazione Calabria Film Commission
distribuzione:
Vision Distribution [Italia], Pilot Kino [Armenia], Pilot Kino [Azerbaijan], Providence Filmes - Pandora [Brasile], Pilot Kino [Georgia], Pilot Kino [Kazakhstan], Pilot Kino [Kyrgyzstan], Pilot Kino [Moldavia], Canal+ [Polonia], Pilot Kino [Russia], Centar Film [Serbia], Filmcoopi Zurich [Svizzera], Pilot Kino [Tajikistan], Filmarti [Turchia], Pilot Kino [Ucraina], Pilot Kino [Uzbekistan], Spafax (Airlines) [Tutto il mondo]
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2020
durata:
121'
formato:
colore
aspect ratio:
2.35:1
uscito il:
24/09/2020
premi e festival:
Roma, 1976.
Valerio (Mattia Garaci) ha dieci anni e una fervida immaginazione. La sua vita di bambino viene sconvolta quando assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso (Pierfrancesco Favino) da parte di un commando di terroristi. Da quel momento, la paura e il senso di vulnerabilità segnano drammaticamente i sentimenti di tutta la famiglia. Ma è proprio in quei giorni difficili che Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), un ragazzino poco più grande di lui. Solitario, ribelle e sfrontato, sembra arrivato dal nulla. Quell’incontro, in un’estate carica di scoperte, cambierà per sempre le loro vite.
NOTE DI REGIA:
La sua figura forte, magnetica, eroica, assurge ad archetipo di un’intera generazione di uomini per i quali le emozioni erano percepite solo come debolezza e obbligate a essere camuffate da silenzi. Nel dicembre del 1976, quando mio Padre subì l’attentato, io avevo un anno e mezzo: abbastanza per comprendere la paura, troppo pochi per capire che quell’affanno avrebbe abitato dentro di me per molto tempo. Non sono mai riuscito a dirglielo. Scrivere questa lettera a mio Padre tracciando i contorni di una generazione di bambini “invisibili” avvolti dal fumo delle sigarette degli adulti non è stato facile; provare a farlo mutando le parole da private in universali è stata una grande sfida come cineasta e come uomo.
“Subito dopo Dio viene Papà” (Wolfgang Amadeus Mozart).