È per il tuo bene

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È per il tuo bene

È per il tuo bene

titolo originale:

È per il tuo bene

titolo internazionale:

Three Perfect Daughters

sceneggiatura:

Rolando Ravello, Fabio Bonifacci, dal film "Es por tu bien" di Carlos Therón

fotografia:

scenografia:

produttore:

paese:

Italia

anno:

2020

durata:

96'

formato:

colore

uscito il:

02/07/2020

Tre famiglie entrano in crisi quando le rispettive figlie si fidanzano.
Arturo, avvocato conservatore, Sergio, irascibile operaio con problemi di autocontrollo e Antonio, poliziotto integerrimo con un debole per la figlia, sono tre padri che vedono il loro peggior incubo avverarsi, quando si rendono conto che le loro tre giovani e belle figlie sono cresciute troppo in fretta.
Arturo vedrà la figlia scappare nel giorno del matrimonio con una donna. Sergio, padre iperprotettivo, dovrà fare i conti con il fidanzato della figlia che ha trent’anni più di lei e Antonio dovrà confrontarsi con il ragazzo di sua figlia, un giovane rapper. Sicuri di agire per il loro bene, i tre padri uniranno le forze per sbarazzarsi dei partner delle figlie il prima possibile, mettendo a dura prova la pazienza delle loro mogli tanto da rischiare di far naufragare i loro stessi matrimoni.
Alla fine il bene vincerà, ma quello di chi?

NOTE DI REGIA:
Un remake? E chi l’ha mai fatto un remake, come si fa un remake?
Sembra stupido forse, ma io non sono capace di raccontare qualcosa che in qualche modo non coinvolga la mia “pancia”. Fabio Bonifacci e io però, abbiamo avuto la libertà di poter riscrivere la sceneggiatura, adattandola alla nostra realtà e ai temi che personalmente sentiamo più vicini. Ne è venuto fuori un film, che credo abbia il pregio di raccontare con leggerezza la famiglia italiana contemporanea. Soprattutto la distanza che si è creata tra genitori e figli, che sembrano appartenere a epoche diverse per quanto sono distanti.
Chi ha ragione e chi ha torto? Credo che con troppa facilità oggi si punti il dito sui ragazzi, addossandogli responsabilità che spesso derivano invece dalla scarsa attenzione di chi dovrebbe cercare di comprenderli e accompagnarli nella ricerca di un senso da dare a una vita troppo caotica. Non è facile essere ragazzi, se nasci in un mondo che sembra aver perso ideali e riferimenti culturali, dove chi dovrebbe darti un esempio annaspa tra sensi di colpa, egocentrismo e ricerca di una infinita, impossibile, crescita a tutti i costi. Penso per esempio alla politica, che una volta almeno riusciva a creare un senso di identità, qualcosa in cui riconoscersi. Contro cosa sfoghi ora la rabbia esistenziale? Come eviti il vuoto, come puoi combattere il senso di solitudine e di insicurezza che ti accompagna da quando sei in grado di ragionare? Per questo ad esempio abbiamo inserito il personaggio di Simone, il cantante.
Se ci limitassimo ad ascoltare, invece di giudicare, un mondo musicale che sentiamo distante, scopriremmo che in molte di quelle canzoni ci sono le chiavi per comprendere i nostri figli.
Intendiamoci, non voglio dire che la mia generazione sia un totale fallimento. Anzi, ci stiamo difendendo egregiamente. Ma gli adulti siamo noi, questo non ce lo dobbiamo dimenticare. Quando hai 15, 18, 20 anni, hai tutto il diritto e il dovere di sbagliare, di fare stupidaggini, ma devi poi trovarti davanti qualcuno che abbia l’autorità e il coraggio di dirtelo. Anche con severità se serve.