Baradar

vedi anche

Trailer

titolo originale:

Baradar

titolo internazionale:

Brother

cast:

Nawid Sharifi, Danosh Sharifi

sceneggiatura:

Francesco Casolo, dal romanzo “Stanotte Guardiamo le Stelle” di Ali Ehsani

montaggio:

Beppe Tufarulo, Francesco Lurgo

scenografia:

musica:

Daniele Carmosino

paese:

Italia

anno:

2019

durata:

14'56"

formato:

colore

status:

Pronto (05/05/2019)

premi e festival:

  • WorldFest-Houston 2020: Gold Remi
  • Giffoni Film Festival 2019: Parental Experience Italy - Gryphon Award - Miglior Cortometraggio
  • David di Donatello 2020: Nomination Miglior cortometraggio
  • Uppsala International Short FIlm Festival 2019: Best Children's Film
  • Fabrique du Cinema Award 2019: Miglior Cortometraggio Italiano
  • Visioni Corte International Short Film Festival: Miglior Film

Quando sono costretti a separarsi, Alì (10) e suo fratello Mohammed (18), hanno già viaggiato per lungo tempo.
Tre anni prima, una bomba aveva distrutto la loro casa a Kabul, uccidendo i loro genitori. Improvvisamente soli e senza casa, i due fratelli attraversarono l’Afghanistan nascosti nel tetto di un furgone; trascorsero 2 anni intrappolati in Iran come migranti illegali e, finalmente, senza perdere mai la speranza in un futuro migliore né la fiducia nella gentilezza umana, arrivarono in Turchia, alle porte dell’Europa.
Ora c’è solo un piccolo lembo di mare che li separa dalla Grecia, ma, privi di soldi, l’unico modo per arrivarci è con un canotto di gomma e Mohammed non vuole che il suo fratellino faccia quella traversata pericolosa. Il suo piano è di arrivare in Grecia da solo e racimolare in poco tempo abbastanza soldi per pagare uno scafista che faccia attraversare Alì, così che si possano ritrovare. Quello che era un piano vago, gradualmente prende forma e Alì è costretto a considerare tutte le implicazioni inevitabilmente connesse. Vero, il viaggio del fratello è la loro unica speranza per una nuova vita in Europa, ma lui ha solo 10 anni: come può sopravvivere tutto solo in una città grande come Istanbul dove non ha amici né qualcuno su cui contare?
Il cortometraggio inizia con i due fratelli che portano un canotto attraverso le stradine di Istanbul. Potremmo pensare che sono solo due fratelli che stanno andando al mare a divertirsi, ma presto capiamo la verità. Mohammed si è deciso: attraverserà il mare in un paio di giorni su quel piccolo canotto gonfiabile e ha pochissimo tempo per insegnare ad Alì tutto quello che pensa sia necessario alla sua sopravvivenza: come cucinare, come nascondere i soldi, come rispettare gli altri, come passare inosservato, come evitare di ammalarsi.
Eppure, c’è una cosa – forse la più importante di tutte – che Mohammed non ha il coraggio di dire a suo fratello: cosa fare nel caso in cui non raggiunga mai l’altra costa...

NOTE DI REGIA:
La storia incredibile di Alì è, prima di tutto, una di speranza. E’ stato il mio amico Francesco Casolo, autore e scrittore, che me l’ha raccontata, mentre stava lavorando a trasformarla in un libro. Al centro, due fratelli e una traversata drammatica. La vicenda di Alì è la prova che i sogni possono davvero realizzarsi, indipendentemente da dove si parta, e ci offre il ritratto di un ‘nuovo’ cittadino Europeo, che ha trovato un coraggio e una forza straordinari per andare avanti. Così, armati dal desiderio di far conoscere la storia di Alì a più persone possibili in breve tempo, abbiamo deciso di concentrarci su un piccolo frammento del suo viaggio e farne un cortometraggio.
Credo fermamente nel potere del linguaggio cinematografico e nel suo valore educativo, per cui è stato vitale per me dare a questo film una dimensione profondamente intima ed umana, mantenendo uno stile di regia essenziale. La camera osserva senza stacchi e segue i due fratelli mentre trascorrono i loro ultimi giorni insieme, e affronta le scene più
drammatiche con semplicità e senza enfasi, come nella vita vera, portando alla luce la verità, l’intensità e l’autenticità dei protagonisti. Per questo motivo ho scelto di lavorare con attori non professionisti (due veri fratelli originari della stessa regione Afghana di Alì e Mohammed) la cui energia e imprevedibilità aggiungono verità al film e creano un sottile equilibrio fra realtà e finzione.