titolo originale:
Blu38
regia di:
cast:
Antonella Ponziani, Valentina Di Simone, Nicola Lepore, Ana Uritu, Gloria Gordini, Liliana Maiani
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
Rossella Spinosa
produttore:
produzione:
paese:
Italia
anno:
2021
durata:
110'
formato:
colore
premi e festival:
Anita lavora al centralino di una piccola cooperativa di taxisti. Il 24 dicembre al centralino si trovano sole, Anita e la collega Gea, una ragazza molto positiva, amante dei pesci tropicali, che alleva in un acquario nell’azienda e mamma di un bambino piccolo. Tristano, il marito di Anita lavora come taxista, con codice BLU38, nella stessa cooperativa. Andrea, l’unico figlio di Tristano e di Anita, è stato un diciottenne, cantante e poeta, intelligente, sensibile, di carattere insicuro, dall’animo fragile, dedito all’eroina con un’infatuazione nei confronti della madre. Si è ucciso la vigilia di Natale dell’anno pri¬ma, proprio nel bagno dell’azienda dei taxi, dove Andrea si era barricato per compiere il suo gesto estremo. Tutto è avvenuto in diretta video davanti agli occhi della madre, come spesso è uso fare An¬drea; infatti sentiamo audio e vediamo brevi video registrati di Andrea, spesso in compagnia di Anna, la sua fidanzatina, dove dichiara alla mamma il proprio amore. Esattamente un anno dopo il suicidio del figlio, quindi alla vigilia di Natale, Anita, mentre è di turno al centralino scopre, attraverso un giro di telefonate, rivelazioni, intuizioni ed eventi, che Tristano è implicato nella morte di una minorenne, che si scoprirà essere Anna, ragazzina con l’attitudine a praticare giochi estremi. Anna è stata attirata ad un incontro di devoti alla pratica giapponese dello Shibari e muore accidentalmente proprio nel corso di un “gioco”. Tristano, lo si scoprirà solo alla fine, è l’eminenza grigia che organizzava questo tipo di incontri, coadiuvato da una certa Matilde, anch’essa di giovanissima età. Presi dal panico dopo l’incidente, Tristano e Matilde iniziano un’inutile e irrazionale fuga a bordo del taxi di Tristano durante la quale Tristano si tiene in contatto telefonico con la moglie Anita, alla quale però non dice la verità. Ma Anita, pazientemente e con grande forza d’animo, piano piano, ricostruisce i fatti, aiutata anche da una telefonata al centralino di un ispettore di polizia, che, nel frattempo, ha scoperto e riconosciuto il cadavere di Anna. Le telefonate tra Anita e Tristano si fanno sempre più frammentarie, spesso la comunicazione è interrotta o il numero non risponde, e quando la comunicazione avviene, a tessere le fila della trama sono più le voci in secondo piano di Tristano e Matilde che ora complici ora nemici, schiudono sprazzi di verità. Intanto Gea, che ha sempre cercato di prestare conforto ad Anita, deve lasciare il centralino e tornare dal suo bambino. Anita rimane così l’unica operatrice attiva, la notte di Natale. Anche Tristano è rimasto solo, dopo un breve litigio con Matilde, che ora lo accusa di essere l’unico responsabile della morte di Anna. Tristano si decide a dire tutto ad Anita, la moglie l’aveva già intuito e nonostante abbia uno scatto d’ira e provi un sentimento di pietà per la ragazzina deve affrontare il recupero psicologico del marito disperato che vuole gettarsi da un cavalcavia della tangenziale piuttosto che subire un processo infamante.
NOTE DI REGIA:
La regia vuole raccontare una storia di conflitti personali attraverso un unico personaggio femminile, utilizzando anche suoni (voci, musica e rumori) per ricostruire lo spazio mentale dello stesso. Ovvero vuole, attraverso la percezione alterata e parzialmente fantasiosa del soggetto principale, riuscire a descrivere una realtà oggettiva di malessere reale. Fondamentali la musica e i suoni, le voci per¬cepite dalla protagonista che tenta di ricostruire e capire, non solo se stessa, ma la realtà esterna e ciò che in essa sta accadendo. Film di attrice (poichè per quasi tutto il film è presente quasi sempre un solo personaggio femminile, nello specifico una madre) ma anche di dettagli e di suoni (rumori, musica). L’ambientazione claustrofobica contribuisce a descrivere lo stato di isolamento della protagonista che, nonostante le vicissitudini subite, riesce a far emergere il carattere femminile forte e determinato pronto ad affrontare le av¬versità della vita. Nasce così una storia avvincente e dall’atmosfera misteriosa che suscita il desiderio di procedere verso una conclu¬sione che passo dopo passo si svela sempre più enigmatica fino alla soluzione finale che chiude in modo netto un periodo e ne fa nascere un altro di speranza e di rinascita.