titolo originale:
Spazio italiano
titolo internazionale:
Space Made in Italy
regia di:
cast:
Giovanni Caprara, Bruno Tabacci, Sergio De Julio, Generale Alberto Rosso, Roberto Somma, Massimo Claudio Comparini, Giovanni Anzidei, Luciano Guerriero
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
produzione:
Luce Cinecittà, con il Patrocinio di Agenzia Spaziale Italiana, MIC - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Roma Capitale, con il sostegno di Thales Alenia Space, CIRA, Altec, Lucana Film Commission, Aeronautica Militare Italiana
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia
anno:
2021
durata:
54'
formato:
colore
status:
Pronto (12/10/2021)
premi e festival:
La storia dell’Italia e del suo rapporto con lo Spazio inizia negli anni Trenta: a Guidonia, infatti, viene creata la cosiddetta Città dell’Aria che raccoglie alcuni degli scienziati italiani più preparati rispetto a questioni come la prima camera a reazione. Pur non avendo avuto ancora applicazioni pratiche, le ricerche italiane porteranno, durante la seconda guerra mondiale, a creare Larson, un progetto segreto simile a quello che ha portato Wernher von Braun in America, dedicato solo agli scienziati italiani. Se uno di loro, Edoardo Amaldi, si rifiuterà categoricamente di andare negli USA, diventando così il padre della fisica italiana, un altro, Antonio Ferri, partigiano pluridecorato, verrà convinto da Moe Berg, ex stella del baseball diventato spia poliglotta, ad andare in America, dove darà un contributo fondamentale alla stabilizzazione dell’F1, ovvero il motore di quello che sarà l’Apollo 11, portando l’uomo sulla Luna.
In Italia, invece, il professore della sapienza Luigi Broglio, generale dell’aviazione, prenderà in mano il progetto satellitare italiano, arrivando, grazie ai buoni uffici di Amintore Fanfani, Giorgio La Pira e Enrico Mattei, a creare due progetti: il primo è il lancio del primo satellite italiano chiamato San Marco, terzo dopo URSS e USA nel 1964. L’altro è la creazione di una base di lancio in Kenya a Malindi.
Broglio è stato uno scienziato del calibro di Marconi ed Enrico Fermi, ma quando arriverà la necessità di fare entrare l’industria nella conquista spaziale italiana, preferirà andarsene.