Lussu

titolo originale:

Lussu

cast:

Renato Carpentieri, Galatea Ranzi, Giacomo Fadda

sceneggiatura:

fotografia:

Maurizio Abis, Fabio Vita

montaggio:

costumi:

Cinzia Muscolino, Paola Tosti

produzione:

paese:

Italia

anno:

2021

durata:

52'

formato:

colore & b/n

status:

Pronto (01/12/2021)

premi e festival:

  • Nuovi Mondi Film Festival 2022: Concorso Doc

Eroe di guerra e poi pacifista, Emilio Lussu riceve 4 medaglie al valor militare e racconta l’assurdo massacro della Grande Guerra in “Un anno sull’altopiano”. Molto amato dai suoi soldati, perlopiù pastori e contadini, dà loro rappresentanza politica fondando il Partito Sardo d’Azione. Eletto onorevole, fronteggia Mussolini in parlamento. Nel 1926 sfugge a un linciaggio, uccidendo una delle centinaia di camicie nere che stavano assaltando il suo studio di Piazza Martiri, a Cagliari. La magistratura lo assolve per legittima difesa, ma il governo fascista lo rinchiude per un anno in galera dove si ammala di tubercolosi. In fin di vita, è mandato al confino a Lipari. Ma anzichè morire, Lussu guarisce e organizza una spettacolare fuga notturna in motoscafo con Carlo Rosselli. A Parigi fondano insieme “Giustizia e Libertà” che presto diventa un polo d’attrazione per tutti gli antifascisti espatriati. Lo operano, asportandogli 6 costole. Non appena si rimette in piedi va a combattere con le Brigate Garibaldi nella guerra civile spagnola. È braccato dall’OVRA che aveva già fatto uccidere il suo fraterno amico Rosselli. A Ginevra incontra una giovane scrittrice: Joyce Salvadori. Scappano in Spagna, Portogallo e Inghilterra. Arrivano nella Marsiglia presidiata dalla Gestapo dove aiutano centinaia di antifascisti e anarchici a fuggire, confezionando passaporti falsi. Dopo l’8 settembre, Lussu rientra in Italia, dove è ministro nei governi Parri e De Gasperi. Dal partito d’Azione passa al PSI, cercando di lavorare per l’unità delle sinistre. Contrario ai governi di centro-sinistra, nel 1964 fonda il PSIUP. Sempre più isolato, Lussu muore nel 1975. Joyce, dopo essere stata tra le fondatrici dell’UDI, si impegna nella lotta per l’indipendenza dell’Angola e del Kurdistan.