Mio cugino Peppino

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Mio cugino Peppino

Mio cugino Peppino

titolo originale:

Mio cugino Peppino

sceneggiatura:

fotografia:

Mattia Morelli

montaggio:

paese:

Italia

anno:

2021

durata:

80'

formato:

DCP - colore

aspect ratio:

16:9

Un giornalista quarantenne di Milano vive di stenti sottopagato a 15 euro ad articolo e si nutre di prodotti del discount che non sanno di nulla. Un giorno riceve un’eredità da parenti sconosciuti e si reca in Puglia con l’intenzione di pernottare una sola notte. L’eredità non è un granché, si tratta di una piccola quota di una cava di sassi, ma fa amicizia con un simpatico cugino che pesa 180 chili e che non parla tanto bene l’italiano, ma che a differenza sua ha un tenore di vita invidiabile dovuto alla sua insaziabile voglia di lavorare e divertirsi: difatti fa il vivaista, possiede un agriturismo dove si mangia il ben di Dio e organizza sfilate di moda in giro per tutta la regione. Il giornalista sopraffatto da tutto questo benessere e con neanche i soldi in tasca per potersi pagare il biglietto di ritorno si gode il momento e si abbandona a delle mangiate monumentali e a delle bevute dionisiache, inoltre per deformazione professionale fa delle gran chiacchierate con la gente del posto, in particolare con gli agricoltori, che definisce i veri eroi moderni, coloro che si battono contro la globalizzazione e che tutelano il nostro più grande patrimonio: la natura, i suoi frutti e i suoi animali. Come se non bastasse fa amicizia con ragazze bellissime e le interroga sui loro sogni, infine inizia a maturare l’idea di trasferirsi a vivere in Puglia, e perché no, trovare l’amore.

NOTE DI REGIA:
Non si può dire che sia una commedia romantica, realistica, grottesca o sociale. E’ invece giusto dire che questi sapori tra loro differenti sono volutamente bilanciati con uno spiccato gusto dei particolari accentuato da un ritmo incalzante della narrazione, in modo da far entrare lo spettatore dentro questa FAVOLA CORALE con un crescente stupore per le vicissitudini che questi candidi e ingenui personaggi andranno a vivere, partendo da una dimensione iniziale di estrema solitudine fino ad arrivare ad una trasformazione esistenziale verso cui non si può che fare il tifo, poiché tutti abbiamo il desiderio di essere meno soli e vivere in un modo più sano ed epico il nostro rapporto con la natura. Il vero benessere è mangiare e bere bene e la cosa più umiliante al mondo è mangiare della rucola che non sa di rucola.