titolo originale:
The passengers
regia di:
cast:
Antonio Diddio, Loredana Castagnini, Ferdinando Colonna, Mwajabu Waziri Makarani, Simone Mari, Marino Mazzoni, Felicia Mocanu, Sylvie Kamwa
fotografia:
montaggio:
musica:
Eugenio Valente, Andrea Simiele
produttore:
produzione:
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2021
durata:
90'
formato:
colore
uscito il:
25/02/2022
Il territorio di Ravenna, sospeso tra la sua storia secolare e il recente sviluppo
industriale, è una terra di conflitti e paesaggi rarefatti. È qui che si sviluppa
l’azione di “Housing First”, una associazione che punta sull’abitare sociale come
via per il reinserimento di persone in situazione di estremo disagio, sia esso
psichico, economico o dettato da diverse dipendenze.
The Passengers racconta le vicende di questi “viandanti senza meta”, che
trovano nelle abitazioni in cui convivono un punto di ripartenza per i propri
cammini.
Ogni casa vive quindi di molteplici piani di narrazione e di molteplici storie, da
quella dell’appartamento stesso, in cui esplodono e si risolvono i conflitti
quotidiani della convivenza, a quelle singole di ogni partecipante al progetto.
Storie spesso dolorose, di sconfitte, perdite, cadute negli abissi di alcol e
droga; ma anche storie di riscatto, nei percorsi che ognuno dei protagonisti della
serie intraprende per trovare la propria via nel lavoro e nelle relazioni.
I toni del racconto sono, di conseguenza, a volte accesi, nel racconto di
situazioni di coabitazione che rischiano una deriva drammatica, altre volte
concilianti, quando il conflitto si stempera e la possibilità di una vita in comune,
e di un parallelo reinserimento sociale, diventa possibile.
A fare da contrappunto a questa “narrazione al presente” dei vari personaggi,
tutta raccontata con un asciutto sguardo documentaristico, ci sono le backstory
di ognuno di loro, i punti di partenza traumatici che li hanno portati fin qui.
Illustrate da animazioni evocative, le voci dei protagonisti riportano a
matrimoni falliti, a crisi aziendali in cui si è perso tutto, a maltrattamenti subiti
in famiglia e a migrazioni da paesi del terzo mondo.
Queste storie sono substrati psicologici di ogni partecipante al progetto, ma
risultano essere anche le travi narrative che reggono la struttura drammaturgica
della serie: l’ineluttabilità del peso di quei vissuti è infatti, da un lato, un
macigno difficile da portare, ma, dall’altro è il generatore delle passioni, dei
sogni e delle speranze che si scontrano con la quotidianità e con la difficile
convivenza con gli altri ospiti di “Housing First”.
È così che negli appartamenti di Housing First si ama, si muore, si cresce, si vive,
si impara, si litiga; i protagonisti delle nostre storie vincono e perdono, si
aiutano e si ostacolano, si cercano e si allontanano proprio come accade in ogni
contesto della società, solo che la loro particolare condizione rende ogni
sentimento, ogni momento, ogni passaggio più evidente e l’intrecciarsi delle
loro vicissitudini, la loro immediata concretezza in quanto immersi
perennemente in una condizione di difficoltà, vuole toccare un nervo scoperto
dello spettatore, fino a farci interrogare se questa via, che supera il mero
assistenzialismo in un’ottica di responsabilizzazione degli ospiti, sia o meno
quella giusta.