titolo originale:
Asfour Jenna
titolo internazionale:
A bird from Heaven
regia di:
cast:
Nicola Nocella, Amal Mannai, Tiziana Buccarella, Cristian Vairo, Yahya Feidi, Riadh Hamdi, Slim Dhib, Adib Hamdi, Mounira Zakraoui, Mourad Gharsalli, Jamal Madani, Ichrak Matar, Chekra Rammeh, Fatma Felhi
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
Anas Saadi
scenografia:
Sophie Abdelkefi
costumi:
musica:
Rabi Zammouri
produttore:
produzione:
Cinetelefilms, Alfa Multimedia, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Centre National du Cinéma et de l'Image - Tunisie, Apulia Film Commission
vendite estere:
paese:
Tunisia/Italia
anno:
2024
durata:
90'
formato:
colore
uscito il:
24/04/2025
premi e festival:
Amadeus, 45 anni, è un noto antiquario di Lecce, una piccola città dell'Italia meridionale. Una passione irresistibile e inaspettata lo lega a Betty, una ragazza tunisina di 28 anni. Amadeus la raggiunge in Tunisia per sposarla e riportarla in Italia. I suoi suoceri di umili origini vogliono approfittare di questo genero ricco e follemente innamorato. La famiglia impone delle condizioni: cambio di nome, di religione e non solo…
Il padre di Betty chiede anche la sua circoncisione. Amadeus tratta, si allea con i fratelli di Betty, accetta il cambio di nome e la conversione, ma rifiuta categoricamente l’ultima condizione e minaccia di andarsene. Betty, con molta malizia, riesce a convincere l'imam. Una fatwa, basata sul rito hafita, salva l'integrità del prepuzio di Amadeus.
Ma, davanti al Mufti, per recitare la professione di fede musulmana, alla domanda inaspettata: "Chi è Gesù? ". Amadeus risponde: "Il figlio di Dio!". Non ha superato l'ultimo esame prima della celebrazione del matrimonio... Convinto che senza il certificato di conversione il matrimonio non possa essere celebrato, Amadeus è sorpreso di vedere che tutti i riti si svolgono normalmente e il matrimonio viene celebrato senza problemi. Amadeus grida al miracolo, ma le cose non stanno proprio così…
NOTE DI REGIA:
Mi piace, in questo momento, considerarmi come un “illegittimo” erede della "commedia all'italiana" e sono il prodotto di un processo di ibridazione culturale; a seconda dei periodi della mia vita, sogno in "tunisino", "francese" o "italiano". E so ridere e far ridere in tutte e tre le lingue. Quando ho letto il capitolo intitolato "La semaine sans Dieu" del romanzo "La marmite d'Ayoub" di Med Ridha Ben Hammouda, ho riso di gusto di quest’italiano, Amadeus, che rischia l'integrità del proprio prepuzio per amore della tenera Badra. Adattando il testo per il cinema, mi sono divertito a tradurre in immagini le emozioni e i sentimenti, al di là delle battute.
In questo momento esiste, fra le due sponde del mediterraneo, il bisogno di incontrarsi intorno ad una bella e sincera risata. Una risata che possa aiutare a superare tutti i motivi che ci tengono lontani.
Rifugiandosi in Tunisia, e volendo sposare la giovane e bella Betty (Badra), Amadeus vuole innanzitutto porre fine all'influenza di una madre castratrice, una madre estremamente bigotta che lo domina e detta ogni sua mossa. La sorpresa che lo attende al suo arrivo è una ulteriore forma di castrazione, dettata questa volta da un’altra religione: lo si vuole costringere a sottoporsi alla circoncisione.
Questo film è una commedia schietta in cui la risata viene innescata dal ribaltamento delle situazioni: due culture che interpretano le cose in modo diverso, due lingue in cui i significati sono spesso contrastanti. E anche due religioni che decodificano il mondo in modi apparentemente opposti.
Con il pretesto della commedia, questo film pone seri interrogativi sui rapporti individuali e collettivi, sulle religioni e sui pregiudizi, sui costumi e sulle relazioni interpersonali. Quest'opera dipinge una strana mappa del rapporto tra tunisini e italiani con le loro credenze religiose, con i dogmi che seguono e accettano, ma anche con le profonde libertà che si concedono nella vita quotidiana. Molti luoghi comuni emergono in questa opera, ma dietro si nasconde la volontà di trasformarli, con amore e simpatia, e di raccontarli con ironia.