Ragtag

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Ragtag

titolo originale:

Ragtag

vendite estere:

paese:

Germania/Francia/Italia

anno:

2022

durata:

84'

formato:

colore

status:

Pronto (04/04/2022)

premi e festival:

ragtag è un collage di ordine storico- cronologico, basato su un ampio corpus di filmati tratti dalla cosiddetta epoca classica del cinema americano, definito, après la lettre, dai critici francesi degli anni Cinquanta, film noir. L’opera, costruita per découpage, copre circa vent’anni, attraverso 310 film noir, dai primi anni Quaranta alla fine degli anni Cinquanta. Include anche alcuni film noir di produzione straniera. Il noir si rifà essenzialmente alla tradizione della letteratura gotica, specie alla narrativa di Herman Melville ed Edgar Allan Poe, e alla successiva letteratura hard-boiled di Dashiell Hammett, Raymond Chandler e James M. Cain. È caratterizzato da uno stile visivo cupo, dovuto principalmente ma non esclusivamente all’espressionismo tedesco, portato ad Hollywood dall’afflusso degli émigrés durante la guerra. Tuttavia, il film noir è essenzialmente un modo di guardare al mondo, una visione della vita e dell’esistenza al di là dai generi, in quanto contestualmente applicabile a ciascuno di essi, come traccia estetica, tout court. È un connubio di quella ‘ingenuità yankee’ tesa alla fascinazione verso l’ignoto del primo decennio noir e dell’atmosfera di paura e paranoia diffusasi nel secondo dopoguerra, dovuta essenzialmente alla caduta degli dei, in senso nietzschiano, ovvero alla perdita della sicurezza insulare e del senso delle cose. Mostra, di riflesso, un’inversione dei valori tradizionali e la correlata ambivalenza morale, tra ambizione sfrenata e caccia alle streghe – lo spauracchio comunista, l’ossessione per la minaccia nucleare e la perpetrazione su scala individuale della pena capitale – tesa a sedare tale arrembaggio e indeterminatezza. Nella prerogativa del delitto per bramosia, sia individuale che collettivo, o nel contemplarne il fallimento, l’atmosfera noir si ritrova di fatto, oltre che nei film del crimine e gangster, nel thriller, nei film di suspense e nell’horror, ma anche nel western, nei film di avventura, nel melodramma, fino alla fantascienza. Si insinua nel film in technicolor e cinemascope, oltre il classico motivo del bianco e nero, fagocitandone la qualità pittorica e lo slancio paesaggistico, orizzontali, attraverso un flusso centripeto in asse verticale. Ponendosi, di riflesso, come ampio ritratto storico della psiche umana del XX secolo e del suo oscuro paesaggio pre- e postbellico, il film lascia che il passato si iscriva in un gesto presente, all’interno di una propria campitura. Come in un atto di distruzione e creazione perpetua, una sorta di uroboro, intento a divorare la propria coda, il film si muove sulla soglia tra Storia e desiderio, visibile e invisibile, luce e ombra.