Arturo Mari – il fotografo dei papi

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Arturo Mari – il fotografo dei papi

Arturo Mari – il fotografo dei papi

Il documentario pone al centro del racconto un uomo e un professionista fuori del comune, un fotografo che rientra a pieno titolo tra i grandi testimoni del Novecento.
Arturo Mari è stato parte attiva della storia del Papato dalla metà del secolo scorso fino al primo decennio di quello in corso, ponendo la sua macchina fotografica al servizio di cinque Pontefici: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Le sue fotografie hanno restituito al mondo interi momenti privati e pubblici di questi Pontefici, componendo una grande narrazione per immagini della Chiesa Cattolica. Il documentario si rivolge ad un vasto pubblico che raccoglie credenti e non, restituendo non solo la vicenda biografica e professionale del fotografo ma anche uno spaccato sociale, storico e culturale del Papato, lungo 50 anni.
Arturo Mari può essere infatti considerato il punto d’arrivo di una tradizione millenaria, quella della ritrattistica papale. Le sue fotografe sono “eredi su pellicola” dei grandi dipinti del passato, e per questo vengono analizzate da uno storico dell’arte in rapporto alle opere degli artisti più celebri che si sono cimentati in quel tipo di disciplina. Di pari passo con i cambiamenti della Chiesa, l’opera di Mari ha umanizzato la figura dei Pontefici che ha ritratto e il documentario segue questo percorso: alla narrazione di carattere storico si unisce il racconto delle persone, dell’amore per la Chiesa e per il proprio lavoro, della quotidianità di chi vive sotto i riflettori della Storia, di grandi sfide e di amicizie profonde.
Grande è stata per esempio l’amicizia tra Arturo Mari e Karol Woytila, che il fotografo ha considerato un santo ma anche un fratello maggiore, legandosi a lui in maniera profonda, seguendolo nei momenti più importanti, dall’attentato ai lunghi viaggi, dalle ore trascorse in Vaticano fino alla struggente morte del Pontefice. Ed è proprio qui che il racconto s’interrompe, al momento di quel saluto tra due amici, un gigante della Storia e un artista che ne ha narrato le gesta.