titolo originale:
Io ti conosco
titolo internazionale:
I know you
regia di:
cast:
Sara Drago, Ludovico Fededegni, Alessandra D'Elia, Gennaro Di Colandrea, Agostino Chiummariello, Lavinia D'Elia, Andrea Palladino, Lorenza Pensato, Giulia Renzi
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
costumi:
produzione:
Teatro Stabile d'Innovazione Galleria Toledo, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Film Commission Regione Campania
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2024
durata:
78'
formato:
colore
uscito il:
27/03/2025
premi e festival:
Due storie corrono parallele nello sviluppo della trama:la prima asseconda la vicenda di vita della protagonista Nina e si sviluppa parallelamente all'andamento del film. L'altra invece prende le mosse dal filmato che Nina va costruendo in qualità di montatrice, e che ha come tema un dramma della gelosia, con tragico epilogo.
La brutalità della storia alimenta il dolore di Nina, accentuando in lei l'angoscia per un antico trauma vissuto al tempo dell'infanzia.
È certo che Nina ha un prepotente bisogno d'amore, di attenzione, di accompagnamento, ma sembra che niente riesca a riempire quel vuoto che da troppo tempo porta in sé. Giulio, il giovane marito, è determinante alla stabilità del precario equilibrio della compagna; ma la richiesta è troppo pressante e definitiva perché possa essere accolta con leggerezza dall'uomo, che presto mostra segni evidenti nella volontà di distacco.
Il mare gioca un ruolo fondamentale nella trama, diventando un punto cruciale nello sviluppo della storia. Una barca
diventa un’importante location in una scena determinante, in cui, inquietantemente di notte, rivela la presenza solitaria di Nina, cancellando completamente l’immagine di Giulio dalla narrazione. Cosa ne è stato di lui? È annegato? È stato eliminato in modo spietato, oppure ha deciso di sparire nel nulla? Il destino di Giulio rimane avvolto nel mistero, mentre Nina si ritrova sola nella desolata casa.
Da qui in avanti, l’evoluzione della storia diventa sempre più intensa, e accompagna la protagonista in una folle ricerca dell'uomo perduto, fino all'incontro con Francesco, che sin dal primo incontro le risulta familiare ("Io ti conosco" gli dice, poiché vede in lui un riflesso di Giulio).
Francesco si dimostra gentile e disponibile, pronto a offrirle un onesto sentimento amoroso al servizio di una relazione di cui non conosce le insidie.
Nina continua a scrutarlo attentamente alla ricerca di tracce di Giulio, ma il loro scambio non regge alla prova. Un sentimento di estraneità insormontabile si frappone tra di loro, impedendo al rapporto di evolversi.
L’impulso di fuggire è irresistibile, di scappare via da tutto e soprattutto da sé stessa, verso un epilogo aperto a diverse possibilità irrisolte, lasciate alla tensione percettiva dello spettatore, che diventa esso stesso “autore”.
NOTE DI REGIA:
Guardo al cinema come luogo privilegiato per la registrazione di quelle esperienze emotive che con tratto particolarmente intenso mi attraversano o mi hanno attraversato in occasioni personali di vita e di lavoro.
Non sono una filmaker d'assalto, questo è il quarto film da me scritto e diretto contro le oltre 50 regie di creazioni teatrali che figurano nel repertorio che m'appartiene, ma ciascuna delle opere che ho avuto opportunità di portare allo schermo è legata a un evento che per un motivo o l'altro ha segnato profondamente il mio percorso esistenziale.
Una messinscena per il teatro presto o tardi la perdi, è nella sua natura; un film, se risponde a un'istanza necessaria, è per sempre. Io ti conosco è un progetto a lungo rinviato, di volta in volta ridisegnato in una sintesi sempre più spinta fino a raggiungere la fragilità di un filo narrativo scritto nel cuore stesso della donna che ne è protagonista.
Nina porta in sé i tratti della grande tragedia, ma come per tutte le vere figure tragiche non c'è epos a illustrarne la storia in quel quotidiano scialbo, ordinario e privo di esaltazioni esteriori che è portata a tirare giorno dopo giorno, mentre dentro il dolore la incupisce, rimesta nella ferita mai sanata, e rinnova ad ogni accenno l'orrore irresistibile che segnò quell'istante: un corto circuito nella sua fragilità di bambina. Via le figure degli affetti, sbattuta sola in mezzo alla vita, perché c'era comunque una vita da continuare, trascinata dalle cose che in ogni caso vanno per la loro strada. Poi arriva Giulio. La presenza di Giulio è uno squarcio di luce nella vita di lei ormai adulta, che alla di lui disponibilità sentimentale chiede di ricolmare la voragine senza fondo delle sue istanze affettive: via ogni aspirazione, e interpretare in lei il tutto della vita ..un carico non indifferente!
Intanto Nina lavora al montaggio di un film, la cui materia ripropone elementi del suo stesso vissuto: monta e rimonta sempre le stesse scene, galleggia nella stagnazione di un'angoscia ossessiva che di giorno in giorno la porta più giù, un esercizio di dolore, un voyeurismo perverso.
Giulio è scomparso: un incidente in mare, o la furia d'amore di Nina per un attimo trasformata in ferocia..? O forse si è ripreso la sua vita e se n'è semplicemente andato.
Si lascia allo spettatore l'interpretazione più vicina alla propria suggestione.
Nina è sola, non regge l'abbandono, nella casa solitaria precipita in un pericoloso catastrofismo, anche le immagini che va montando riportano sempre al medesimo punto e lei non ce la fa. In un impeto di furore manda in pezzi lo schermo della postazione... Potrebbe essere una svolta. Si dà alla disperata ricerca dell'uomo perduto in ogni immagine maschile.. Francesco glielo ricorda nell'aspetto e in qualche significativo tratto del corpo… Lei si lascia andare alla suggestione del momento, forse la gentile disponibilità dell'amico nel proporre docilmente l'opportunità di un affetto... E invece no, non ce la fa, veramente non ce la fa. Per quel sentimento di estraneità che avverte fino sulla pelle...le fa orrore il contatto… scappa via giù per le scale…pericolosa attrazione il vuoto sotto di lei, ma resiste...
La lasciamo al suo smarrimento in un finale ancora da scrivere.