Santa Guerra (opera prima)

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Santa Guerra

Santa Guerra

titolo originale:

Santa Guerra

fotografia:

montaggio:

scenografia:

paese:

Italia

anno:

2022

durata:

78'

formato:

colore

status:

Pronto (29/08/2022)

premi e festival:

  • Calcutta International Film Festival Cult 2023: Official Selection - Critic's Choice Awards
  • Hercules Independent Film Festival 2023: Official Selection - Best Director Feature Film
  • Qatar Indie Film Festival 2023: Official Selection - Best Supporting Actress (Samantha Casella), Best Women's Feature Film, Special Jury Award
  • Swedish International Film Festival 2022: Official Selection

Una donna è schiacciata da un trauma che non riesce a superare. Un’antica chiave di ferro custodita dentro una scatola rappresenta un portale che la fa precipitare in un luogo senza tempo, abitato da figure spettrali. Mentre una parte di sé stessa resta incastrata in una villa spettrale, il suo doppio vaga in un bosco desolato in cui si aggirano enigmatiche presenze: è l’Ade. La donna si muove tra svariate dimensioni fino a raggiungere una dolorosa presa di coscienza…

NOTE DI REGIA:
La lavorazione del film si è svolta prevalentemente in Emilia Romagna anche se alcune scene sono state effettuate in California e in uno studio a Los Angeles. Le riprese sono durate circa 50 giorni e si sono svolte tra novembre 2020 e giugno 2021.
Le opere d’arte presenti nel film sono state realizzate da alcuni artisti di fama internazionale come: Giovanni Scardovi, Federico Severino, Pier Giovanni Bubani, Sergio Monari, Bacco Artolini e Filippo Zoli.
Nel film, poi, ho voluto omaggiare autori e opere che ho amato particolarmente, come Twin Peaks di David Lynch (con il pavimento a lische), ed Ingmar Bergman: il risveglio della donna (Eugenia Costantini) è un omaggio a Persona; la mano del fantasma sulla fronte di una donna (Ekaterina Buscemi) è invece un tributo a Fanny e Alexander; il grande orologio senza lancette, poi, è ovviamente per Il posto delle fragole.
Da un punto di vista mitologico e letterario, invece, indubbiamente ci sono moltissimi riferimenti
simbolici al mito di Orfeo e il suo viaggio nell’Ade e alla figura di Ananke, dea del destino e della ‘necessità’.
E per finire, il simbolismo del serpente, principalmente dell’uroboro, che nel suo mordersi la coda forma un cerchio senza inizio né fine, rappresentando il tormento infinito della protagonista.