titolo originale:
La valle dei sorrisi
titolo internazionale:
The Holy Boy
regia di:
cast:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
costumi:
musica:
produttore:
produzione:
Fandango, Nightswim, Spok Films, Vision Distribution, con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Lazio, Friuli Venezia Giulia Film Commission
distribuzione:
Vision Distribution [Italia], World Pictures [Armenia], Knight Cap [Australia], Busch Media Group [Austria], World Pictures [Azerbaijan], World Pictures [Bielorussia], Shudder [Canada], Film Dabin [Corea del Sud], World Pictures [Georgia], Busch Media Group [Germania], Weird Wave [Grecia], Shudder [Irlanda], Lev Cinema [Israele], World Pictures [Kazakhstan], World Pictures [Kyrgyzstan], World Pictures [Moldavia], Media4Fun [Polonia], Shudder [Regno Unito], World Pictures [Russia], Alfa Pictures [Spagna], Shudder [Stati Uniti], Busch Media Group [Svizzera], World Pictures [Tajikistan], World Pictures [Turkmenistan], World Pictures [Ucraina], World Pictures [Uzbekistan]
vendite estere:
paese:
Italia/Slovenia
anno:
2025
durata:
122'
formato:
colore
uscito il:
18/09/2025
premi e festival:
Remis è un paesino nascosto in una valle isolata tra le montagne. I suoi abitanti sono tutti insolitamente felici. Sembra la destinazione perfetta per il nuovo insegnante di educazione fisica, Sergio Rossetti, tormentato da un passato misterioso. Grazie all’incontro con Michela, la giovane proprietaria della locanda del paese, il professore scopre che dietro questa apparente serenità, si cela un inquietante rituale: una notte a settimana, gli abitanti si radunano per abbracciare Matteo Corbin, un adolescente capace di assorbire il dolore degli altri. Il tentativo di Sergio di salvare il giovane risveglierà il lato più oscuro di colui che tutti chiamano l'angelo di Remis.
NOTE DI REGIA:
La valle dei sorrisi nasce dal desiderio di esplorare l’horror non come semplice dispositivo di tensione, ma come spazio simbolico per raccontare la fragilità dell’identità e il bisogno disperato di appartenenza. In una comunità apparentemente idilliaca, dove il dolore è bandito e la serenità è una religione, si consuma il percorso di Matteo: adolescente queer, corpo sacrificale e, al tempo stesso, entità redentrice. Il film è un’indagine sulla crescita come mutazione profonda, ma anche sulla paternità come forma ambigua di protezione, controllo e rispecchiamento. Le figure paterne – biologiche, surrogate, spirituali – si alternano nel tentativo di colmare un vuoto. Lontano dagli archetipi del coming of age canonico, questo racconto mette in scena la formazione come perdita dell’innocenza e come atto di resistenza. È un film sull’amore che cura, ma a caro prezzo. Sull’importanza del dolore nelle nostre vite. E su chi ha il coraggio di non sorridere.