Metamorphosis (opera prima)

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Metamorphosis

Metamorphosis

titolo originale:

Metamorphosis

sceneggiatura:

animazioni:

Francesco Filippi

scenografia:

Elena Brighittini

musica:

Roberto Salahaddin Re David

produttore:

produzione:

paese:

Italia

anno:

2022

durata:

106'

formato:

colore

status:

Pronto (31/10/2022)

genere:

animazione

premi e festival:

Ispirato a «La conferenza degli Uccelli» di Farid al-Din ‘Attar (un poeta e mistico persiano del XIII secolo), il film narra di uno stormo di uccelli che viaggia al seguito di Upupa, verso la Montagna di Kafh, dimora di Re Simourgh, che promette di dare risposta a tutte le loro domande. Tra sogno e realtà, i volatili attraversano le 7 Valli. I più si perdono per strada, tranne i 4 di loro che vivranno l’esperienza di altrettanti personaggi umani reali: Monika (Albania), Abdurrahman (Turchia), Jihad (Siria) e Susan (Israele). Personaggi molto diversi l’uno dall’altra, per età, genere, cultura e religione, territorio di origine e mitologie, paesaggi geografici e background storico e psicologico, sullo sfondo dei drammi del Mediterraneo orientale. Per i casi della vita, ma sulla base della propria differente ortodossia, ognuno di loro vive contemporaneamente in due o più religioni. Non solo «accanto», in un atteggiamento di tolleranza, ma «abitandone più d’una allo stesso tempo». Il cinema d’animazione, per via di metafora, consente di dare visibilità sia alla loro comunanza spirituale, nella loro assoluta differenza culturale, sia all’antichità della tradizione sapienziale in cui tale comunanza si inscrive: la religione dell’Amore. Alla fine solo a 6 uccelli sarà rivelato il segreto: all’Upupa, che li guida (ma anche lei dovrà prima imparare qualcosa); ai 4 che avranno vissuto l’esperienza d'Amore di quei personaggi umani; più a un sesto, il più improbabile di tutti.

NOTE DI REGIA:
Parlare di ≪Religione dell’Amore≫ oggi potrebbe suonare ≪paradossale≫, ≪a lato della comune opinione≫, un tratto destinato a restare non percepito e non documentabile senza uno specifico lavoro di elaborazione drammaturgica. Il gioco tra realtà e finzione, dunque, da una parte esalta la percezione dei significati come ≪non casuali≫, dall’altra consente di giocare con i dispositivi di credenza dello spettatore, convocato a prendere una posizione, a ≪vedere≫ (tra realtà e finzione) al di là delle proprie abitudini di percezione (oltre i pregiudizi del senso comune).