titolo originale:
Nica
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
scenografia:
Laura Latorre
costumi:
produttore:
produzione:
Eliofilm, con il sostegno di Regione Lazio
distribuzione:
paese:
Italia
anno:
2023
durata:
9'
formato:
colore
status:
Pronto (01/01/2023)
premi e festival:
Un normale risveglio in una casa spoglia ma piena di giochi. Una bambina e un padre. La loro ultima mattina
insieme. Un addio improvviso. Un abbandono vissuto senza alcuna tristezza, un ennesimo gioco, un ennesimo nascondino dove imparare a ritrovarsi.
NOTE DI REGIA:
Perdonarci.
Perdonarci costantemente per qualcosa che non abbiamo fatto, per scoprire di essere nati senza alcuna colpa. Cerchiamo a ogni costo di assomigliare ai nostri genitori, cerchiamo a ogni costo di identificarci con quello che non siamo, perché non sappiamo di poter esistere autonomamente. Si diventa adulti senza accorgersene, si diventa grandi perché essere piccoli non è abbastanza, si sopravvive per non affrontare ciò che è stato.
L’infanzia è fatta di rumori, pianti, sorrisi, macchinine che corrono. E poi il nulla, il silenzio, il non fiatare di una porta che si chiude e tutto svanisce senza capire il perché, senza capire perché quel riso che hai sulle labbra è spoglio. La testa si riempie di incomprensioni, quelle parole non spiegate perché portatrici di un dolore che diventa vita, un’altra vita, che qualcun altro ha deciso sarà la tua. Finché non arriva un giorno in cui realizzi che non hai nessuna colpa.
Nica è un piccolo viaggio in un’età fatta di segni colorati, vestiti malmessi, porte, date da dimenticare, un corridoio in cui non c’è nulla da dover appendere. Un viaggio in cui sei figlia, un viaggio in cui si diventa grandi, adulti. Nica (piccola, in siciliano), è la nostra essenza infantile, quella bambina che non ha nulla da farsi perdonare, che non ha mai sbagliato.
In Nica l’abbandono non esiste, o meglio è lo spettatore che vive quel lasciarsi come un abbandono, un doversene andare all’improvviso non voluto, un ritrovarsi da soli.
L’abbandono è un ennesimo nascondino che stavolta durerà anni.
Maria a quattro anni riesce a perdonare senza nessun rancore gli errori dei grandi, lei che intuisce di non avere nessuna colpa, lei che comprende che guardarsi allo specchio è l’unico modo per andare avanti, disegnarsi una barba e ritrovare il volto del padre.
In questa regia ho dato vita alle mie parole, ai miei quaderni, alla mia storia di figlia, alla mia storia di adesso, una storia di adulta.
Guardarsi e non dirsi nulla. Accostarsi per poi svanire. Ritrovarmi dentro te imbrunendo di paure e di gioie. Una stagione interrotta nel tempo, una stagione mai iniziata. Sembra non finire mai il dolore, poi passa. Quel dolore nascosto passa. I bambini non sanno ancora cosa desiderare.