Commedia

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Commedia

titolo originale:

Commedia

cast:

Greta Bellamacina, Rocco Cucovaz, Lars Rohm, Gabriele Guerra, Alessandra Piscopo, Maria Sandrelli, Alba Bartoli, Priscilla Muscat, Sabrina Biagioli, Mersila Sokoli, Giuditta Calandro, Maria Chiara Pozzoni, Raffaella Zappalà, Laure Franchet D’Esperey, Silvia Fasoli

sceneggiatura:

fotografia:

scenografia:

Yoko Hakiko

costumi:

Yoko Hakiko

paese:

Italia/UK

anno:

2022

durata:

97'

formato:

colore

uscito il:

23/01/2023

premi e festival:

  • Cult Valley Global Cinefest 2023: Best Underground Film
  • Jaisalmer International Film Festival 2023
  • Gangtok International Film Festival 2023
  • Stanley Film Awards 2023
  • Dreamz Catcher International Film Festival 2023
  • Bright International Film Festival 2023
  • International Smyrna Movie Festival 2023
  • Hong Kong World Film Festival 2023
  • FilmmakerLife Awards 2023
  • Falcon International Film Festival 2023
  • Mannheim Arts and Film Festival 2023
  • Cine Paris Film Festival 2023

Il film voleva raccontare sette magnifiche interpretazioni di un’attrice, come sette sono le virtù o i peccati capitali, e sette sono gli dèi della felicità nel Buddhismo e i magnifici sette, ma alla fine il film è venuto meno. Al tempo in cui è possibile fare filmica qualsiasi cosa in qualunque momento e con qualunque mezzo, questo è un film mancato.
Forse il film è un omaggio a Marco Ferreri? Non sono sicuro. Un racconto filmico – sperimentale? difficile? estatico? - una serie di appunti in forma di non cinema, un film eccetera insomma.
Di lato e di traverso, una compagnia di persone in una residenza psichiatrica, fa parte senza saperlo dei precipizi dell’umore di una ragazza che si pensa modella, poetessa, attrice e forse lo è davvero, se non fosse per quello stupido che, come un’ombra, gli cammina sempre accanto.
Esperimento di film eccetera incompiuto nella sua manifesta e inconsapevole incertezza.
Sullo sfondo restano il mistero della finzione e della fine nell’ essere umano.
Finzione come sistema dello stare al mondo, fine come fine dello stare al mondo, sfondo necessario all’essere umano per produrre il gioco della finzione e seguitare a fare mondo correndo il rischio tutto femminile della gioia eccessiva.
Spiagge lunghissime, palazzi come cattedrali, boscaglie, cavalieri in arme, tribù di pellerosse, donne meravigliose diventano vecchie sedie di legno dentro vuote stanze ospedaliere dove echeggia, forse, soltanto il rumore del mare.
GRETA e ROCCO insomma raccontano la nostalgia di quella vita banale e tranquilla che volevano avere e che non hanno mai vissuto, ma che sono condannati a ricordare per sempre.

NOTE DI REGIA:
Il film voleva raccontare sette magnifiche interpretazioni di un’attrice, come sette sono le virtù o i peccati capitali, e sette sono gli dèi della felicità nel Buddhismo e i magnifici sette, ma alla fine il film è venuto meno. Al tempo in cui è possibile fare filmica qualsiasi cosa in qualunque momento e con qualunque mezzo, questo è un film mancato.
Forse il film è un omaggio a Marco Ferreri? Non sono sicuro. Un racconto filmico – sperimentale? difficile? estatico? - una serie di appunti in forma di non cinema, un film eccetera insomma.
Di lato e di traverso, una compagnia di persone in una residenza psichiatrica, fa parte senza saperlo dei precipizi dell’umore di una ragazza che si pensa modella, poetessa, attrice e forse lo è davvero, se non fosse per quello stupido che, come un’ombra, gli cammina sempre accanto.
Esperimento di film eccetera incompiuto nella sua manifesta e inconsapevole incertezza.
Sullo sfondo restano il mistero della finzione e della fine nell’ essere umano.
Finzione come sistema dello stare al mondo, fine come fine dello stare al mondo, sfondo necessario all’essere umano per produrre il gioco della finzione e seguitare a fare mondo correndo il rischio tutto femminile della gioia eccessiva.
Spiagge lunghissime, palazzi come cattedrali, boscaglie, cavalieri in arme, tribù di pellerosse, donne meravigliose diventano vecchie sedie di legno dentro vuote stanze ospedaliere dove echeggia, forse, soltanto il rumore del mare.
GRETA e ROCCO insomma raccontano la nostalgia di quella vita banale e tranquilla che volevano avere e che non hanno mai vissuto, ma che sono condannati a ricordare per sempre.