titolo originale:
April
regia di:
cast:
Ia Sukhitashvili, Kakha Kintsurashvili, Merab Ninidze
sceneggiatura:
fotografia:
Arseni Kachaturan
montaggio:
scenografia:
Beka Tabukashvili
costumi:
Tornike Kirtadze, Nikolozi Guraspashvili
musica:
produttore:
produzione:
distribuzione:
Adler Entertainment [Italia], Metrograph [Canada], Estofilm [Estonia], Pyramide Distribution [Francia], Odeon - Rosebud.21 [Grecia], BFI distribution [Irlanda], Estofilm [Lettonia], Estofilm [Lituania], New Horizons [Polonia], No Comboio [Portogallo], BFI distribution [Regno Unito], Metrograph [Stati Uniti]
vendite estere:
paese:
Francia/Italia
anno:
2024
durata:
143'
formato:
colore
status:
Pronto (23/07/2024)
premi e festival:
Dopo la morte di un neonato durante il parto, l’etica e la professionalità di Nina, una ginecologa, vengono messe sotto esame per via di voci secondo cui eseguirebbe aborti illegali per chi ne ha bisogno.
NOTE DI REGIA:
Il mio obiettivo con April era di esplorare e analizzare la dicotomia e la convergenza tra esistenza e femminilità. Questo mi ha naturalmente portata ai temi della nascita e della morte. La storia inizia con una donna singolare, un personaggio intriso di una certa qualità epica. Una persona in grado di sopportare sofferenze e incanalare quel dolore nelle scelte e ambizioni della sua vita. Nonostante questo, resta con i piedi per terra e ben separata dal resto del mondo. Con “epico” non intendo lo stile narrativo, ma la vasta portata della vita e dell’esistenza di un individuo.
Il film approfondisce gli aspetti tangibili e terreni della vita, nonché le dimensioni enigmatiche e inspiegabili dell’essere. Nina vive la vita austera di un medico, rischiando la propria serenità per fornire aborti illegali a chi ne ha bisogno. Incontra le donne nei loro momenti più intimi, in preda a un travaglio straziante quando stanno per diventare madri o durante aborti dolorosi e clandestini di nascosto dalla famiglia. Nina è un personaggio che ama universalmente ma non ama nessuno in particolare. Possiede un’empatia sconfinata ma fa fatica a stabilire legami personali. Spinta unicamente dalla propria missione, non desidera e non ha bisogno di nulla per sé. Alla fine si ritrova però incapace di contribuire a un vero cambiamento.