titolo originale:
Il cassetto segreto
titolo internazionale:
The secret drawer
regia di:
sceneggiatura:
fotografia:
montaggio:
musica:
produttore:
produzione:
Indyca, Luce Cinecittà, Rai Cinema, Rough Cat, con il contributo del Ministero della Cultura, RSI - Radiotelevisione svizzera, con il sostegno di Sicilia Film Commission, Film Commission Torino Piemonte
distribuzione:
vendite estere:
paese:
Italia / Svizzera
anno:
2024
durata:
132'
formato:
colore
uscito il:
18/04/2024
premi e festival:
La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Un viaggio sentimentale e avventuroso in un Novecento ormai sconosciuto, attraverso bobine 8mm, fotografie, registrazioni sonore, documenti di un archivio unico, quello del giornalista e scrittore Giuseppe Quatriglio, che ha dedicato la propria vita al racconto della Storia dalla prospettiva di una Sicilia universale di artisti, poeti e intellettuali. La scintilla è l’intenso lavoro compiuto dalla figlia, la regista Costanza Quatriglio, di preparazione al distacco definitivo dalla biblioteca del padre donata alla Biblioteca Centrale della Regione Siciliana. Dalla casa natìa si dipanano luoghi impregnati di storie; memoria privata e memoria collettiva si intrecciano in un fitto dialogo tra la figlia e il padre novantenne nelle inedite riprese effettuate tra il 2010 e il 2011 e custodite fino a oggi.
Note di regia
«Hai aperto proprio il cassetto segreto!» Così mi ha detto mio padre nel 2010 quando gli ho messo sotto il naso un quaderno del 1937 pieno di poesie di gioventù. Da quella volta non ho fatto altro che pensare che un giorno i cassetti di mio padre li avrei aperti davvero. Nell’antica Grecia, accanto a Kronos, il tempo che scorre, c’è Kairos, il tempo debito, il tempo in cui le cose accadono perché spinte dalla necessità che agisce sulla nostra volontà. Il distacco dalla biblioteca di mio padre è il tempo debito; il tempo del lasciare è il tempo della conoscenza. Trasferire i libri, trasferire memoria. Trovandomi di fronte questo dono che la vita mi ha dato, sto facendo quello che devo fare. Sento che interrogo il mio mestiere, non solo per il gusto del cinema, ma anche per rispondere a quella che d’un tratto mi è parsa una chiamata. Fare cinema con immagini di repertorio è gesto di condivisione; ripercorrere, ripetere, elaborare, per vedere con altri occhi ciò che risuona nella memoria di noi tutti, a volte senza che noi stessi ce ne rendiamo conto.